martedì 25 febbraio 2020

El Scarpàro



Parliamo di una figura insostituibile e presente anche nelle realtà abitative più piccole e disperse.
Pelle, cuoio e successivamente gomma: sapendo mestosamente lavorare queste tre materie, è stato una figura dell'elite dell'artigianato.
Questo mestiere nacque nel medioevo: non c'erano tanti mezzi disponibili quindi il risultato finale (che aveva nel creare la "calzatura") era strettamente legata all'abilità della persona.
Fino agli anni 70', "el scarparo" riparava le scarpe, cinghie, indumenti in pelle e borse: purtroppo, questa occupazione non è mai stata molto valutata.
Negli anni 50, grazie all'industrializzazione e l’invenzione delle scarpe in gomma, cambiò completamente la tipologia nonchè l'idea di scarpa (ora, usa e getta) con inevitabili conseguenze sfavorevoli alla sopravvivenza di questa attività.

1 commento:

  1. Figurati se non mi ricordo dello scarparo,mio nonno era Piero scarparo,poi mio zio Vittorio e mio zio Toni.Era bello vedere quando tirava i fili per cucire le suole con quel mezzo guanto a proteggere la mano che tirava il filo.Giocavamo con le semense( i piccoli chiodi).Mio nonno aveva di quelle mani callose e dure che quando combinavi qualcosa ti strofinava la testa con le nocche,sembrava una raspa.Ti ricordo che alla visita medica ,a qualcuno ,il Dottore diceva hai il torace da scarparo.Vale a dire come un buco nello sterno,dove gli scarpari appoggiavano la scarpa per tirare i fili.Non dimentichiamo che mio zio Toni e Meneghetto lavoravano davanti alla finestra,cosi' si poteva ammirare il loro paziente lavoro.Altri tempi.......

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