Noi tutti saremmo inclini ad "andare lontano", alla scoperta di posti nuovi, spesso ignorando le bellezze vicino a casa. Una di queste penso sia la passeggiata ciclo-pedonale dell'ex ferrovia Piovene-Arsiero.
Pur nella sua brevità, meno di 10 km. (sola andata), questo percorso ciclo-pedonale è un vero gioiellino.
Inimmaginabile per chi percorre le adiacenti strade, trafficatissime, di Piovene-Rocchette, Velo, Cogollo e della Valdastico, specie all'imbocco della valle con svincoli e incroci all'uscita terminale dell'autostrada.
La pista è ricavata sul sedime della ex ferrovia Rocchette-Arsiero, tratta della rete ferroviaria Torrebelvicino, Schio, Thiene, Rocchette (a far da snodo), Arsiero e (successivamete) Asiago, costruzione del 1885, a scartamento ridotto poi convertita a scartamento standard, ampliata nel 1910 verso Asiago con la tratta del 'Costo' a cremagliera e scartamento ridotto e rifatta la tratta di Arsiero nel 1933 a scartamento standard ed infine dismessa nel 1964.
E' una passeggiata adatta a tutti, parecchio 'trafficata' da ciclisti, runners, walkers, mamme con passeggini, specie i sabati e le domeniche primaverili ed estive. Il percorso è ideale anche per il nordic walking. Numerosi gli spunti d'interesse: le 'misteriose' gallerie, i ponti arditi, le vedute sui vecchi stabilimenti 'archeologia industriale', la suggestiva Rocca di Meda (o Eremo di Meda, detta il Cappello del Doge), la chiesetta di San Giorgo, le viuzze di Arsiero, la ex stazione di Velo-Seghe ora bar/ristorante adatto alla sosta cicloturistica.
Naturalmente, a farla da padrone, è il pregevole paesaggio sulla Valdastico, davvero irriconoscibile rispetto a quanto si vede lungo le trafficate strade asfaltate. Una piacevole sorpresa dove le brutture scompaiono magicamente per lasciar posto a bellissime campagne coltivate e a vedute sul Cimone di Tonezza, sul Cengio, sul Paù, e sul gruppo Priaforà-Novegno-Summano, ancora integre e naturalisticamente incontaminate.
Giunti a Arsiero, dove dalla fine della pista ciclabile (stazione corriere) si può salire alla piazza evitando la strada principale percorrendo le viuzze più verso il torrente Posina (vedute sugli stabilimenti), i più intraprendenti possono proseguire alla volta della Val Posina.
Questo secondo tratto, completamente differente dal precedente, è interessante seppur più impegnativo.
Permette di addentrarsi nelle forre della valle di Posina, dapprima percorrendo l'ardito sentiero-stradina (attenzione: è ufficialmente chiuso al transito pedonale per caduta frane! sebbene siano molti i ciclisti a percorrerlo) dei 'Stancari' proseguendo dopo la chiesa in direzione della valle. Si tratta di un chilometro dal fondo sterrato molto disconnesso e in salita, quindi si sbuca sulla strada provinciale della Val Posina dopo la galleria (eventualmente si può percorrere la provinciale e la galleria).
Da qui si può proseguire per Castana, Posina o Laghi.
Pur su normale strada asfaltata (non vi sono alternative) la Valle di Posina è interessante e piacevole, il traffico piuttosto limitato o quasi assente al di fuori delle domeniche estive.
E' occasione per fare una prima conoscenza di questi posti così dimenticati, ma ricchi di storia e di vecchie contrade. Forse i luoghi meno conosciuti del Veneto.
Dopo questa prima esplorazione si possono affrontare bellissimi itinerari, sia completamente asfaltati come la dura salita al passo della Borcola o il passo Xomo, come lunghe ed impegnative salite su sterrato quali quella del Campomolon per la Valle di Rio Freddo.
Inimmaginabile per chi percorre le adiacenti strade, trafficatissime, di Piovene-Rocchette, Velo, Cogollo e della Valdastico, specie all'imbocco della valle con svincoli e incroci all'uscita terminale dell'autostrada.
La pista è ricavata sul sedime della ex ferrovia Rocchette-Arsiero, tratta della rete ferroviaria Torrebelvicino, Schio, Thiene, Rocchette (a far da snodo), Arsiero e (successivamete) Asiago, costruzione del 1885, a scartamento ridotto poi convertita a scartamento standard, ampliata nel 1910 verso Asiago con la tratta del 'Costo' a cremagliera e scartamento ridotto e rifatta la tratta di Arsiero nel 1933 a scartamento standard ed infine dismessa nel 1964.
E' una passeggiata adatta a tutti, parecchio 'trafficata' da ciclisti, runners, walkers, mamme con passeggini, specie i sabati e le domeniche primaverili ed estive. Il percorso è ideale anche per il nordic walking. Numerosi gli spunti d'interesse: le 'misteriose' gallerie, i ponti arditi, le vedute sui vecchi stabilimenti 'archeologia industriale', la suggestiva Rocca di Meda (o Eremo di Meda, detta il Cappello del Doge), la chiesetta di San Giorgo, le viuzze di Arsiero, la ex stazione di Velo-Seghe ora bar/ristorante adatto alla sosta cicloturistica.
Naturalmente, a farla da padrone, è il pregevole paesaggio sulla Valdastico, davvero irriconoscibile rispetto a quanto si vede lungo le trafficate strade asfaltate. Una piacevole sorpresa dove le brutture scompaiono magicamente per lasciar posto a bellissime campagne coltivate e a vedute sul Cimone di Tonezza, sul Cengio, sul Paù, e sul gruppo Priaforà-Novegno-Summano, ancora integre e naturalisticamente incontaminate.
Giunti a Arsiero, dove dalla fine della pista ciclabile (stazione corriere) si può salire alla piazza evitando la strada principale percorrendo le viuzze più verso il torrente Posina (vedute sugli stabilimenti), i più intraprendenti possono proseguire alla volta della Val Posina.
Questo secondo tratto, completamente differente dal precedente, è interessante seppur più impegnativo.
Permette di addentrarsi nelle forre della valle di Posina, dapprima percorrendo l'ardito sentiero-stradina (attenzione: è ufficialmente chiuso al transito pedonale per caduta frane! sebbene siano molti i ciclisti a percorrerlo) dei 'Stancari' proseguendo dopo la chiesa in direzione della valle. Si tratta di un chilometro dal fondo sterrato molto disconnesso e in salita, quindi si sbuca sulla strada provinciale della Val Posina dopo la galleria (eventualmente si può percorrere la provinciale e la galleria).
Da qui si può proseguire per Castana, Posina o Laghi.
Pur su normale strada asfaltata (non vi sono alternative) la Valle di Posina è interessante e piacevole, il traffico piuttosto limitato o quasi assente al di fuori delle domeniche estive.
E' occasione per fare una prima conoscenza di questi posti così dimenticati, ma ricchi di storia e di vecchie contrade. Forse i luoghi meno conosciuti del Veneto.
Dopo questa prima esplorazione si possono affrontare bellissimi itinerari, sia completamente asfaltati come la dura salita al passo della Borcola o il passo Xomo, come lunghe ed impegnative salite su sterrato quali quella del Campomolon per la Valle di Rio Freddo.
(testo fonte magico Veneto)
Queste foto delle gallerie
me le invia Giordano.
Io le trovo stupende,
quasi romantiche
o possiamo togliere il quasi?
La “Strada della ferrovia” la percorro almeno una volta la settimana, insieme alla mia fedele e paziente Ventriquattrore e all’immancabile contabile Runtastic, che non è serba.
RispondiEliminaIl punto di partenza è il piazzale della Comunità montana, mentre è mattino buio, sempre, tre stagioni all’anno. Nella quarta stagione, cioè in inverno, preferisco il saliscendi della più soleggiata e solitaria ciclopedonale Schiri-Pedescala. Ieri, in effetti, ho avuto le prime avvisaglie sul possibile formarsi di ghiaccio a causa del drenaggio non sempre assicurato della stradina.
I suoi 7.500 m circa, per complessivi, tra andata e ritorno, fanno 15 km ed oltre, le sue 5 gallerie, che anche loro ovviamente raddoppiano, le vedute panoramiche delle montagne circostanti, il sottostante Astico, la rendono interessante e rilassante.
In questo periodo, velocipedi sfrecciano al buio, senza faretto, uno verso Arsiero ed altri due in direzione di Piovene: si recano al lavoro, fortunata gioventù.
Nel ritorno, invece, incontro diverse persone a piedi, spesso accompagnate da qualche cagnolino. In corrispondenza di Velo, trovo quasi sempre una vecchina ultra novantenne di nome Rita, dalla mente lucidissima, e piacevolmente parliamo di figli, di nipoti e di bestiole.
La stradina è tenuta bene, non vi si vedono deiezioni di animali ed è piuttosto pianeggiante, salvo il tratto S. Giorgio-Casello 6, che è in leggera salita.
Il mio compito è di camminare e camminare, in silenzio, immerso nei miei pensieri, altrettanto fa la mia compagna Ventiquattrore, la ragioniera invece no, ad intervalli abbastanza regolari rompe l’incantesimo, scandendo la distanza compiuta, i relativi passi, il tempo trascorso, le pulsazioni del mio padrone, la temperatura, la pressione atmosferica ed altro ancora. Il tutto viene fedelmente riportato su un piccolo monitor.
Ci sono due punti di ristoro, uno è quello citato nella presentazione del post, l’altro è il Casello 6. Entrambi sono gestiti da persone molto gentili ed amanti degli animali.
Come dicono i medici, camminare fa bene, rivascolarizza le vene delle gambe, fa scendere la glicemia e aggiusta gli altri valori del sangue, rilassa, fa scendere pure la pressione sanguigna, ossigena il cervello.
Che volete che vi dica, magari ci fossero simili opportunità anche dal ponte di Pedescala in su, in aggiunta alle faticose scarpinate per impervi sentieri, purtroppo le poche ciclopedonali non sono altrettanto lunghe.
Nella terza riga c'è un "fanno" di troppo. Chiedo scusa.
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