Ho sempre rivendicato la mia apparteneza incoerente,
pasticciata, meticcia, sono arrivato a dirmi 100% cimbro, 100%
italiano e 100% tedesco e anche molto francese persino un po'
svizzero per quanto di questa ultima fetta me ne vergogni un po', non
amo gli svizzeri del bosco.
Non credevo davvero che si sarebbe tornati a parlare di carte e confini e dazi da pagare, mi cadono le braccia e non mi viene niente da dire. Allora ho pensato che forse qualcosa lo avrebbe detto mio nonno paterno; austriaco di nascita e di gioventù, fatto italiano in forza delle armi, emigrante in Vorarlberg, cittadino del Reich germanico nel 1939 nel fiore della sua maturità di uomo in forza dell'inganno. Ramingo per il Reich dopo il 1942 senza un luogo a cui approdare, apolide nel 1943. Gli chiedo cosa ne pensi, mentre, nel 1954 appena ritornato italiano, aspetta paziente l'apertura dei seggi elettorali per votare finalmente, dopo tanti anni, per la prima volta l'amato partito socialista del suo Nenni. Nonno? "Azza gian z'schaiza" ecco l'ha detto... mi scuso per lui "che vadano a ca....re".
Mio nonno materno per fortuna è più mite e educato, nato anche lui austriaco combattente con valore nella guerra grande che sembrava non finire mai, diventato italiano in forza della sconfitta, non lo rimase a lungo, francese in forza della fame, rimane storica la frase detta alla nipote mentre al Tour incitava gli italiani "Forza Binda, forza Guerra siamo tutti italiani" sollevandola per un orecchio le sibilò tra i denti: "Porta rispetto verso il Paese che ci sfama". Tornato italiano a causa dell'aggressione italiana alla Francia senza altro che i vestiti addosso e le bocche da sfamare, prima di morire a 53 anni, si toglie lo sfizio di fare a pezzettini piccoli la tessera del fascio che la moglie attraverso il maestro gli aveva fatto avere e che lui mai avrebbe chiesto, a costo di morire di fame. Mandò la figlia a restituire la tessera fatta a pezzettini, scusandosi di non poterlo fare di persona per il suo stato di salute ormai precario.
Nonno? "azza gian alle z'schaiza". Credo che adesso si esageri se anche il buon nonno Pirminio Pompeo si esprime così, non c'è più religione.
Mia nonna materna di certo non dirà parole brutte, lei mi ha allevato è nata austriaca nel 1899 avrebbe compiuto sedici anni tre giorni dopo che il forte italiano del monte Verena incominciò a sparare sul suo piccolo paese, ma lei e la sua famiglia di schiatta italiana e irredentista erano già sulla strada del profugato, nessuno seppe mai dire perché le famiglie italiane lasciarono il paese due giorni prima del bombardamento. E mai si seppe come abbia fatto a sposare un austriaco e per giunta anarchico. Nonna? "Lasciami perdere non so nulla a quel tempo ero in Francia..." Nonna? "gea z'schaiza" vai a ca...re. Questa me la sono voluta, lo sapevo che qualunque cosa le chiedessi mi avrebbe risposto che lei era in Francia, laggiù vicino al Santuario di Nostra Signora della Salette lei e sua figlia (mia madre) hanno lasciato l'anima. Francesi erano e francese è stata l'ultima lingua di mia madre.
Mia nonna paterna è morta presto, tante cose le furono risparmiate.
E mio padre, troppo mi costerebbe dire di mio padre, nato italiano divenuto cittadino del Reich tedesco in forza della "scelta" di suo padre che voleva risparmiargli la guerra. A 18 anni e qualche ora veste la divisa della Werhmacht. Il resto è Storia...
E allora signori, così sicuri dei vostri diritti, delle vostre mefitiche identità di cui vi riempite la bocca, di cosa state parlando?
A nome di chi state parlando? I miei spiriti mi invitano a mandarvi serenamente a ca..re, ma non lo farò, siamo gente di confine, siamo pietre che rotolano, non si sa da quale parte del displuvio, l'Adige o l'Inn, il Danubio o il Po, l'Adriatico o il mar Nero... lasciateci la libertà di rotolare.
Non credevo davvero che si sarebbe tornati a parlare di carte e confini e dazi da pagare, mi cadono le braccia e non mi viene niente da dire. Allora ho pensato che forse qualcosa lo avrebbe detto mio nonno paterno; austriaco di nascita e di gioventù, fatto italiano in forza delle armi, emigrante in Vorarlberg, cittadino del Reich germanico nel 1939 nel fiore della sua maturità di uomo in forza dell'inganno. Ramingo per il Reich dopo il 1942 senza un luogo a cui approdare, apolide nel 1943. Gli chiedo cosa ne pensi, mentre, nel 1954 appena ritornato italiano, aspetta paziente l'apertura dei seggi elettorali per votare finalmente, dopo tanti anni, per la prima volta l'amato partito socialista del suo Nenni. Nonno? "Azza gian z'schaiza" ecco l'ha detto... mi scuso per lui "che vadano a ca....re".
Mio nonno materno per fortuna è più mite e educato, nato anche lui austriaco combattente con valore nella guerra grande che sembrava non finire mai, diventato italiano in forza della sconfitta, non lo rimase a lungo, francese in forza della fame, rimane storica la frase detta alla nipote mentre al Tour incitava gli italiani "Forza Binda, forza Guerra siamo tutti italiani" sollevandola per un orecchio le sibilò tra i denti: "Porta rispetto verso il Paese che ci sfama". Tornato italiano a causa dell'aggressione italiana alla Francia senza altro che i vestiti addosso e le bocche da sfamare, prima di morire a 53 anni, si toglie lo sfizio di fare a pezzettini piccoli la tessera del fascio che la moglie attraverso il maestro gli aveva fatto avere e che lui mai avrebbe chiesto, a costo di morire di fame. Mandò la figlia a restituire la tessera fatta a pezzettini, scusandosi di non poterlo fare di persona per il suo stato di salute ormai precario.
Nonno? "azza gian alle z'schaiza". Credo che adesso si esageri se anche il buon nonno Pirminio Pompeo si esprime così, non c'è più religione.
Mia nonna materna di certo non dirà parole brutte, lei mi ha allevato è nata austriaca nel 1899 avrebbe compiuto sedici anni tre giorni dopo che il forte italiano del monte Verena incominciò a sparare sul suo piccolo paese, ma lei e la sua famiglia di schiatta italiana e irredentista erano già sulla strada del profugato, nessuno seppe mai dire perché le famiglie italiane lasciarono il paese due giorni prima del bombardamento. E mai si seppe come abbia fatto a sposare un austriaco e per giunta anarchico. Nonna? "Lasciami perdere non so nulla a quel tempo ero in Francia..." Nonna? "gea z'schaiza" vai a ca...re. Questa me la sono voluta, lo sapevo che qualunque cosa le chiedessi mi avrebbe risposto che lei era in Francia, laggiù vicino al Santuario di Nostra Signora della Salette lei e sua figlia (mia madre) hanno lasciato l'anima. Francesi erano e francese è stata l'ultima lingua di mia madre.
Mia nonna paterna è morta presto, tante cose le furono risparmiate.
E mio padre, troppo mi costerebbe dire di mio padre, nato italiano divenuto cittadino del Reich tedesco in forza della "scelta" di suo padre che voleva risparmiargli la guerra. A 18 anni e qualche ora veste la divisa della Werhmacht. Il resto è Storia...
E allora signori, così sicuri dei vostri diritti, delle vostre mefitiche identità di cui vi riempite la bocca, di cosa state parlando?
A nome di chi state parlando? I miei spiriti mi invitano a mandarvi serenamente a ca..re, ma non lo farò, siamo gente di confine, siamo pietre che rotolano, non si sa da quale parte del displuvio, l'Adige o l'Inn, il Danubio o il Po, l'Adriatico o il mar Nero... lasciateci la libertà di rotolare.
CIAO ANDREA leggo sempre volentieri i tuoi racconti.Anche perché come sai anch'io ho dei ricordi che ci "Accomunano".Approfitto dell'occasione x farti i migliori AUGURONI x un FELICE NATALE e un OTTIMO 2018.AGOS & FAMIGLIA
RispondiEliminagrazie Andrea, c'è da meditare molto
RispondiEliminaMah, ... mi a son al 100% MMS e basta là!
RispondiEliminaTutaviamente angò mia capìo chi che saria i svissari del bosco. Mi sfugge il norrenico arcano.