Foto ricordo di una squadra di operai esposta al museo della ex miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio.
L'8 agosto 1956, nella miniera di carbone, a causa di un incendio, perirono 262 minatori, dei quali 136 erano italiani. Gli operai fanciulli erano richiestissimi, perché per le loro ridotte dimensioni potevano intrufolarsi nelle brecce di 30 cm.
(Carriolante)
Per rendersi conto della dura realtà vissuta dagli emigrati Italiani nelle miniere di carbone del Belgio, vi consiglio di leggere "Cuori nel pozzo" Marsilio Editori, (2010)scritto da Roberta Sorgato, figlia di uno dei minatori deceduti nella tragedia di Marcinelle. E' molto commovente.
RispondiEliminaCara Odette, non mancherò di acquistare il libro.
RispondiEliminaHo visitato la ex miniera di Marcinelle nel settembre 2011.
Al temine, ero sconvolto: non avrei mai immaginato le condizioni di lavoro disumane di persone, molte di giovane età, deputate al lavoro a centinaia di metri sottoterra, in mezzo anche a miasmi prodotti dalle bestie da soma (muli) rese cieche da anni di attività al buio (gli animali venivano trasportati in superficie solo quando morivano).
Il bello è che, quand’ero bambino, in questo periodo prenatalizio, attendevo con desiderio l’arrivo degli emigranti di ritorno dall’estero perché mi avrebbero portato la "stecca" di cioccolato, che qui, nei nostri paesi, era considerato un esotico bene di lusso ! Nel mio immaginario infantile, ritenevo fortunate quelle persone, non potevo immaginare la dura realtà.
Al mio paese molti ex minatori sono morti per silicosi e per tumore poco più quarantenni, lasciando sole le mogli, con stuoli di figli in giovane età.
La tragedia di Marcinelle è in memoria di tanti perchè è relativamente recente e il Belgio è vicino. Ma le tragedie delle miniere dei States(Monongah, Dawson, ecc), un po più vecchie (inizio 1900), hanno ucciso molto più operai -si parla di circa 900 per Monongah- tra i quali tanti immigrati Italiani che hanno pagato un prezzo pesante. Domandavano solo di poter vivere...
EliminaCarriolante evoca il lavoro dei bambini nelle miniere. Purtroppo, il lavoro dei fanciulli era, a quell'epoca, un luogo comune. All'inizio 1900,la miseria era tale che una tratta di minori (6 a 10 anni) era organizzata, in certe regioni d'Italia, dagli nativi stessi, contro pagamento, per fornire manodopera a buon mercato, alle vetrerie francesi, richiedenti(anche i bambini francesi lavoravano in queste fabriche)
RispondiEliminaE Germinal, di Emilio Zola? Altro scorcio, direi squarcio, sulla dura vita di allora, ben prima della
RispondiEliminatragedia di Marcinelle...
Quante foto si trovano on line su quel mondo, per ora... "lontano"...
Non pensare che sia così lontano, Polentina.
EliminaAttualmente, nelle miniere di mezzo mondo le condizioni di lavoro non sono migliori rispetto ai tempi di Marcinelle, o di tante altre zone minerarie, tra Francia e Belgio; nella prima metà del secolo scorso la situazione era ancor peggiore.
Il nostro Eden europeo, durato un quarto di secolo, è in declino già dagli anni '80, e le previsioni sul futuro che ci attende non sono tra le più ottimistiche.
È nella natura (dis)umana, potendolo fare, sopraffare il più debole: succede da sempre!
Come dici, Polentina, "per ora" lontano...per noi. Non per tutti nel mondo attuale. Fai bene ricordare Emile Zola. Ci vorrebbe ancora più di 1 E.Zola su questa terra per svegliare le coscienze internazionali.
EliminaHo letto il libro della Sorgato, suggerito da Odette.
RispondiEliminaÈ un libro straziante, che descrive le condizioni in cui vivevano gli uomini e le donne nel secolo scorso e che ricorda i tanti italiani morti sul lavoro.