martedì 22 aprile 2014

La trincea


Scrivendo sui contributi per le celebrazioni della prima guerra mondiale ci si chiedeva se in comune di Valdastico esistessero ancora dei siti pertinenti alle vicende belliche. Io scrissi che il territorio offriva solo il forte Ratti sopra l’abitato di Barcarola, il resto come la linea fortificata di Valpegara e Fozati non esistono più, spianate per far posto alle colture indispensabili per la vita di allora e anche di oggi. Ripensandoci però, qualcosa di ancora visibile nel settore della prima linea Austriaca c’è. 
La trincea di prima linea imperiale scendeva dal Cimone di Tonezza verso i Forni, attraversava i prati dell’Astico e s'inerpicava a gradoni e posti di sbarramento dalla zone di Setteca' fino ai monti dell’altopiano dei sette comuni. 
Salendo dal sentiero che dalle settecase (inizia a monte della strada provinciale da una griglia in metallo che scavalca una piccola valle) s'inerpica a tornanti verso il monte, dopo poco tempo s'incontra la mulattiera delle Banchette proveniente da Pedescala, da qui in poi l’occhio attento e curioso potrà scorgere postazioni e pezzi di trincea di prima linea Austriaca, ancora ben conservati. 
Arrivati in vista dei prati dell’altopiano (in territorio di Rotzo) dopo aver lasciato sulla nostra destra la montagna fortificata, detta posizione Gibilterra dagli imperiali (probabile che il comune di Rotzo si sia attivato per ricevere eventuali contributi per sistemare la zona) si attraversa la strada del Piovan e subito di fronte parte lo scavo della trincea che si può percorrere fin sotto le case di Rotzo, e volendo fino sulla quota 2033 dell’Ortigara, naturalmente deviando dove non fosse possibile il passaggio. 
Le postazioni per armi automatiche e gli osservatori sulla val d’Assa che si trovano già nei primi metri di cammino meritano una visita, almeno per elevare un pensiero alla fatica che si sono dovuti sobbarcare, in nome dell’imperatore, i combattenti di quell'infausta vicenda bellica. 
Piccola curiosità fuori tema, il percorso, dopo circa un’ora di cammino, ci conduce in un luogo chiamato il vignale del Ghit dove in tempi remoti un abitante di Rotzo, sfruttando il microclima offerto dalle rocce e dalle cenge, riuscì a coltivare la vite producendo un vino aspro e acido che solo a berlo non parlavi più per giorni, ma la soddisfazione di bere un goto del frutto della propria vigna, era motivo di orgoglio e il vecchio Ghit probabilmente ne andava fiero.
Piero Lorenzi

5 commenti:

  1. Piero, puoi dirmi dove si trovava la linea fortificata di Valpegara ? Parlano talvolta di "sbarramento" di Valpegara, come in questo capitolo di cime e trincee :
    http://www.cimeetrincee.it/capitolo3.pdf

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    1. si trovava tra il fiume Astico e dove pressapoco inizia la strada che porta nella val Pegara fino sulla cima del Paile dove si possono ancora notare delle postazioni italiane salendo il sentiero che porta a Tonezza

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    2. Tenti che la Odet la xe drio pensare de ristruturarse la casa a spese dei fondi europei par el centenario fandoghe credere a queli de Brussel che la prima linea la ghe passava nel spassacusina.

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    3. xe vero, xe proprio vero : d'ista xe sempre na guera fra mi e me mario par saere chi che ga da lavare i piati, mi de qua, lu de la del lavandin. In meso passa la prima linea ...

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  2. Piero hai visto che hai trovato qualcosa? Bravo come sempre CIAO

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