Pubblicato l'11 aprile da G. Trivellato
Non ci sono dubbi
che gli ultimi decenni, se non addirittura gli ultimi anni, hanno
riempito il nostro linguaggio, il nostro stesso intercalare, di
simboli e sigle che spesso sfuggono nel loro significato al comune
mortale. Sono insomma alla portata quasi esclusivamente degli addetti
ai lavori, e la stampa non fa molto per renderli di facile
interpretazione. Un mio vecchio maestro di giornalismo diceva che
ogni articolo va apprezzato se come prima caratteristica ha quella di
essere inteso e capito anche dall’uomo che tutte le mattine ci
porta il latte sotto casa. E’ per questo che oggi cito ben
volentieri, come gia’ ho fatto altre volte, un articolo di Rotzo
Vacanze che, oltre a parlarci del piccolo Comune e delle sue
caratteristiche, ci spiega anche cosa sia il PAT.
”L’articolo sul
PAT apparso nei giorni scorsi sulla stampa – afferma Rotzo Vacanze
– mi fa venire in mente la celebre canzone di Mina che
dice;”parole, parole, parole, soltanto parole…”. Il PAT è uno
strumento di cui ogni Comune ha l’obbligo di dotarsi. Non a caso
Rotzo è stato l’ultimo a farlo. I PAT sono piani affidati a studi
professionali affinché ricerchino le migliori soluzioni a sostegno
dell’ economia locale, prendendo per lo più spunto dai modelli
funzionanti già ampiamente sperimentati nelle aree montane a
vocazione turistica simili alle nostre, come ad esempio quelle del
Trentino.
”Credo che all’Amministrazione di Rotzo ed in
particolare al Sindaco attuale, gli intenti enunciati nella relazione
del PAT interessino gran poco. Molto più apprezzate sono invece le
lottizzazioni che il piano prevede e che favoriscono poi il voto di
scambio. In verità i piani attuali prevedono poche lottizzazioni in
quanto la tendenza (capofila Asiago, che ha superato a sinistra la
stessa opposizione) è quella di rivedere il mercato della seconda
casa. Rotzo è il paese più “giovane” dell’altopiano, uno dei
pochi che riesce a contenere l’esodo. Non c’è disoccupazione,
quasi tutti lavorano per lo Stato. Parlare di turismo in questo
contesto è del tutto superfluo.
”Chi glielo fa fare alla gente
di imbarcarsi in investimenti rischiosi, dover lavorare ma
soprattutto dover pensare quando si può vivere facilmente con lo
stipendio fisso? Il discorso non farebbe un grinza se non fosse per
il fatto che queste persone hanno anche dei figli. Ma si sa com’è:
Dio vede e provvede. Oltretutto Rotzo è noto per essere anche il
paese delle patate di qualità. La “patata di Rotzo” non ha una
associazione, nessuna organizzazione, nessuna pubblicità, neppure un
sito internet, eppure il sistema funziona alla grande. Perché?
Perché diffonde i benefici economici ad un’ampia fascia della
popolazione. Provate a toccare la patata di Rotzo se avete coraggio.
Si sono perfino appropriati della Pro Loco per cui tutti gli
investimenti destinati al turismo sono stati riversati nella
promozione del prodotto stesso (vedi festa della patata.)
”In
poche parole a Rotzo il turismo non funziona perché la popolazione
non ne beneficia direttamente. Se la gente vi vedesse un vantaggio
economico, eccome si interesserebbe! Anche le amministrazioni
sarebbero interessate perché l’elettorato pretenderebbe delle
risposte in merito. Allora come fare – si chiede in definitiva
Rotzo Vacanze – per cambiare la tendenza? Generando un economia
partendo dal basso e col tempo indirizzare anche le scelte politiche.
I motivi ostacolanti sono, oltre l’umana paura di cambiare
abitudine, la paura di essere in regola. In poche parole se uno è
visibile al cliente, tramite internet o portali turistici, lo è
anche per la finanza, l’Etra il Comune, la questura ecc. Allora
molti preferiscono non farsi vedere e continuare in nero. Pretendere
che i propri cittadini marcino in regola è un compito del Comune. Il
Comune non lo fa perché da noi vige la regola del far west che
permette di conservare il consenso elettorale. Da notare che i
finanziamenti pubblici per il turismo sono direttamente proporzionali
alle presenze registrate, per cui il Comune ci rimette pure un bel
po’ di soldi a non regolarizzare la situazione”.
(segnalato da Odette)
Tuta invidia la vostra, parché luri ga la patata e se sa che al patata tira. Mi ve ghevo già da qualche consilio par darghe gas a l'economia rurale dela Vale, ma valtri a si sol che boni a lamentarve e pianzerve dosso. Non perdetevi nel coltivar patate, che la partita è già persa, puntate sul fagiolo dop. Adesso con tutto il vegetarianesimo imperante il fagiolo è una fonte di proteine alternative su cui puntare, magari selezionandone una varietà senza effetti collaterali, in Messico ci sono riusciti. Darebbe gas alla Valle eliminandolo dal pancino. Ci sarebbero comitive di foresti che verrebbero in Valle a strafogarsi di fagioli stufati, polenta e crauti. Dato che si presenta più gentile si potrebbe promuoverla come fagiola femmina e chiamarlo anguana, Poi organizzare un bel Masterchef sulla fagiolina, ecc, ecc.....
RispondiEliminaDon sei SEMPRE UNICO e SIMPATICISSIMO, lasciamelo dire. Ti sento in forma, bene, così potrai prodigarti in consigli per la nuova amministrazione, intanto pensa.
EliminaEl conte Caldogno scriveva che intela Val del'Orco ghe xe l'oro. Parché invesse che sassinare la vale co le cave a no fe un buso live? Ma secondo mi i ghe ga già pensà queli del'autostrada. Tedarè che l'autostrada xe solo un truco par robarve l'oro, i fa busassi de chive e de live e i ve roba l'oro da soto al culo.
EliminaVardè qua, che parolàccie !....
EliminaVi ricordate che un estate dei anni 70 hanno fatto ricerche di petrolio lungo la strada ? (almeno cosi diceva la gente!) Sono passati con una specie di macchinàrio con sonda. Si sono fermati anche davanti la mia casa.
Sono d'accordo. Bisogna partire da qualcosa che possa essere coltivato in un clima estivo fresco, asciutto, proprio come i fagioli, e la Val d'Astico è l'ideale. Ma bisogna partire dal basso.... una "vaneda" dopo l'altra, con caparbietà, senza aspettarsi grossi risultati immediati. Ci vuole, come in tutte le cose, una grande dose di pazienza.
RispondiEliminaAnonimo
Bene pensare al mangiare, ma si può pensare ad altri profumi anche, più sottili, la lavanda come diceva una follower tempo fà, o piantagioni di vegetali, piante aromatiche biologiche che potrebbero crescere bene in valle, che possono essere venduti poi, tale quali o dopo essere trasformati in olio essenziale biologico.
RispondiEliminaSi, al sapore di caolino e di fumo diesel.
EliminaLa Valle è finita! volìo capirla a o no?
in man de cheolì, e dopo ancora, e sennò ancora pedo, in man dela lega?!
man e pie legà, lora ?
Eliminaman, pie, e anca sarvèlo!
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