Maso dei Fondasi |
Facemmo il sentiero che da piccolo
facevo con mia mamma quando si recava da sua sorella ai Fodati. Dal
maso Stefani attraversavamo le Rive coltivate con amore e piene di
tutto ciò che la natura poteva dare, si passava sotto le Marogne, il
capitello della Joa, il campetto de Isacco con i ruderi del suo baito
diventato poi terreno di giochi per i ragazzi della piazza, le rive
sopra la val dell'Orco dove Silvio attualmente tiene ben pulito e
lavorato per attirare gli uccelli e i cervi e si arrivava ai Fodati,
allora sito densamente abitato, oggi invece abitato da poche
persone.
Mi ricordo che fra le due strade verso
i Costa e sopra, era tutto un vigneto e facevano pure dell'ottimo
vino e poi pesche e i fichi che sembravano miele. Ora è tutto
"spini e russari"!
Arrivati alla prima casa della contra' Costa si presenta davanti a noi la strada larga e cementata che
conduce alla Croce e all'altar Knotto o sù in Tinasso. Nel tempo
passato, la strada cominciava in mezzo alla contra'.
Il primo
manufatto che incontriamo è l 'acquedotto: in una posizione stupenda.
Da là si domina tutta la valle: da
Tonezza al Becco di Filadonna, da Barcarola al Kròjere.
Ad un tratto guardando le case “troppo belle, troppo nuove“, senza traccia del passato, il mio
pensiero va a quella triste domenica del 16 luglio 1944.
Era l'ultimo
anno di guerra, la guerriglia fra partigiani e truppe
tedesche era devastante e il nostro paese cominciava a pagarne le conseguenze.
Maso dei Toti |
Anche San Piero, con la casa di
Serafini Domenico (menegosto calzolaio) bruciata la notte fra il 9 e il 10 luglio, ha
pagato il suo contributo alla lotta partigiana.
Per la ricostruzione delle case di
contra' Costa mi ricordo ancora, l'anno dopo, aver visto il maestro
Rodolfo Toldo (ciuféto) che spingeva la carriola carica di sassi.
LUI che aveva insegnato con tanto amore a centinaia e centinaia di
alunni e probabilmente anche ai suoi aguzzini “liberatori” ebbe
così salva la vita.
Colui invece che non si piegò e rifiutò di
far da manovale ai suoi ex operai, il vecchio podestà e imprenditore
edile Giuseppe Stefani, pagò con la vita.
La notte fra il 6 ed il 7 luglio 1945
(due mesi dopo la fine della guerra) fu massacrato a colpi di mitra
nelle carceri di Schio dai partigiani, liberatori. Era accusato di
essere fascista... come suo cognato Narciso, segretario del
partito, ammazzato barbaramente in piazza davanti a una folla di partigiani in festa.
Il
debitore che uccide il suo benefattore!
Maso di Paolo |
Tutto pulito, tutto falciato, sembrerebbe che il padrone sia appena partito.
Continuando nella nostra esplorazione
dei luoghi, incontriamo un abitante dei Costa, nonché proprietario di un altro Maso. Ci
invita a sederci e discutere con lui dei luoghi dove i suoi avi, i Fondasi, passarono la loro vita da
montanari, fra vacche, stele e carbon.
“Vé soto lì in te la vale, là ghe zé qualcosa de belo da védare”. In un primo tempo rimaniamo delusi. Lui parlava di ponte... e
c'erano sì, delle vecchie travi che sporgevano dal suolo e la valle
molto larga piena di sassi e sabbia. Capii soltanto quando trovammo
nel fianco della montagna “la Calcara,” grande due volte
quelle ordinarie. Una calcara con tutti i requisiti: scavata sul
fianco della montagna, con l'acqua vicina,
con la legna a portata di mano e sassi in grande quantità.
Allora capii l'importanza del luogo. Da qui, da questo luogo della “Val Tognon” era partito il materiale per la costruzione della nuova chiesa nel 1910 con una interruzione durante la guerra del 1915 - 1918 e che avrebbe servito, prima per la ricostruzione delle case devastate dai bombardamenti e dagli Austriaci e poi nel 1924 per la chiesa nuova.
Da questa "Calcara" era partita
la più grande quantità di calce che assieme a quella “ in fondo alla pontara” e a quella del Cucco aveva servito alla costruzione della Chiesa.
Da qui partiva una piccola ferrovia
”DECAUVILLE”, di cui si vede ancora il tracciato in mezzo al bosco e che portava i materiali:
calce, sassi e sabbia alla strada di Rotzo. Da qui lunghe file di carrettini a mano condotti da ragazze e
giovanotti che portavano i materiali sul luogo del lavoro.
Lino Bonifaci
Lino e Giuliano |
Racconto interessante Lino, Grazie. Storico perchè evoca fatti di guerra, ma anche interessante dal punto di vista patrimoniale (costruzione della chiesa)
RispondiEliminaBello vedere l'ingegnosità sviluppata dall'uomo quando si dà una meta : portare materiale pesante dai monti alla valle.
Anche Paul Decauville (1846 -1922) con 9000 tonnelate di barbabietole che aspettavano nei campi in accesso molto difficile, si senti costretto di inventare un tipo di ferrovia di debole allontanamento (da 40 a 60 centimetri). E questa ferrovia che fu chiamata "Decauville".
Racconto emozionante che mi ha fatto anche capire come molti sentieri apparentemente nascosti collegavano le contrade fra di loro, bellissimi questi masi che purtroppo non conoscevo: cerco di immaginare anche la piccola ferrovia che attrattiva sarebbe se ci fosse ancora!!!!!!!!! Floriana
RispondiEliminabei posti, da bocia andavamo spesso in questa valle, ci pareva di essere con tex willer nelle terre dei comanci ciao Lino
RispondiEliminaLe tue affermazioni sono molto interessanti. Puoi spiegare chi sono i debitori e chi sono i benefattori? Quale sarebbe il debito? e già che ci siamo quale sarebbe il beneficio? Mi sembri ben informato e sicuramente saprai dare le giuste spiegazioni.
RispondiEliminaCredo chel voja dire de Bastòn.
EliminaE se no te sè chi l'era bastòn... xe diffisile che l'ipocrisia la se mova a spiegartelo.
L'ipocrisia che xe a fondamento del declino e dela svendita dela vale.
Posso dirte che l'era so zio della Lia Sartori, del resto informete...
Caro Pinocchio non rientra nella mia mentalità interpretare le affermazioni ne gli aggettivi virgolettati quando queste dovrebbero essere circonstanziate da chi le ha scritte. Per di più se inserite, a spot, senza tante affinità con il racconto. Potrò solo farmene una idea quando tali affermazioni saranno argomentate.
Eliminano so a che agetivo te fai cao, virgoletato: qualo?
EliminaXe Lino che dixe de un debitore chel gà copà el so benefatore, domandaghe a lu
come che la xe sta.
Nol ga mia copà solo che quelo, po'...
Inutile voler scondare e continuare nella ipocrisia:
l'è sta un rosario de "giustissia" fata in proprio, a ordine,
tuti lo sa e nissun lo dixe fora della cerchia.
Se si fosse nel Trentino,un "sito" simile sarebbe già stato rivalorizzato.Pulire,e ripristinare questa "calcara"
RispondiEliminaancora in ottime condizioni,metterli a fianco una bella quantità di fascine,una pila di sassi calcarei,una tabella
con le spiegazioni di come si produce la calce. Ripristinare la vecchia strada della ferrovia fino a quella
di Rotzo. Sanpiero ,Furlani Pisavacca(gli Austriaci avevano costruito nella gola,un hotel,uffici,caserme)
il monte da Rotzo,la strada della vecchia ferrovia Decauville,La val de Tognon e ritorno per i Costa.
Circuito turistico e didattico,facile e salutare......Sto sognando????????
Anonymous non si puo' scrivere su un argomento ancora sensibile e delicato in un commento.
Merita un lungo scritto......lo faro'......
Pulire, ripristinare, ricostruire, circuito turistico e didattico..... Caro Lino sono d'accordo con te. Ma non possiamo sognare troppo. Credo che nel Vicentino una cosa fantastica da salvare sarebbe stata la ferrovia che da Rocchette saliva ad Asiago. E' inutile salvare piccole baite e case di montagna a scopo turistico. Soldi buttati via. Chi verrebbe? Oggi i giovani (e meno giovani), vanno nelle discoteche di Ibiza, in crociera nel Mediterraneo, alle Maldive, in Kenia. Magari a Londra o a Barcellona anche solo per un concerto (un paio d'ore d'aereo).... Gli anziani con il "fiatone" verrebbero ad arrampicarsi sui nostre montagne? Preferiscono due settimane di tranquilla vacanza a Iesolo o le gite guidate in giro per l'Italia comodamente seduti su pullman 5 stelle e aria condizionata. Purtroppo i tempi sono cambiati. E va bene così!!!!!!
RispondiEliminaIL PASSATOR CORTESE
Caro signor Lino come leggo sempre volentiera i suoi racconti sempre molto bravo. Io non sapevo di quello che ha raccontato e penso invece che con pochi soldi a sistemarle un poco non è cosa brutta almeno quelli che ancora vanno in passegiata possono avere un tragito piacevole.
RispondiEliminaSai Lino che quel sentiero qualche volta l'ho percorso pure io? Bello sarebbe sistemarlo un po', è la storia del nostro paese, dei nostri avi e delle loro immense fatiche. Chissà che faccia un pensierino in merito il nuovo sindaco visto che quello uscente non può più ricandidarsi. A proposito, visto che è tempo anche di bilanci, posso chiedervi COSA ha fatto per il paese secondo voi di bello, di buono, di utile? Senza polemica, solo fotografando la semplice realtà. Grazie a tutti.
RispondiEliminaMa AGOS che so che l'è uno che i sentieri de San Piero el li conosse come le so scarséle... elo mai nà in questi??? E volevo anca domandàrghe andò che le nà a finire che zé qualche dì che l'è silente...
RispondiEliminaTuto ben co le magàgne??? Spero ben ciao
CARA CARLISSIMA a son torna' in piena forma; i strodi della VALLE ai conosso abastansa ben grasie ale memorie de me poro papa' e ala compagnia de FAUSTO ,qualche gentile consilio a lo go' avudo anca dalla GRANDE NENE'. Xe un po' de di' che vardo el blog e i comenti pero' non scrivo parche' non vivendo li' certe problematiche no le conosso e anca parche' vedo che le vien porta avanti con poca obietivita' e con el solito campanilismo inutile;per sto' motivo me astengo dal dare giudissi o opinioni che le podaria esere mal capie. TI ringrasio molto per el tuo interesamento CIAO
EliminaBisognerebbe ringraziare questi volontari che tengono puliti questi sentieri e che li rendono ancora percorribili senza chiedere niente a nessuno.Questi sono veramente amanti del proprio paese e non fanno tante chiacchere come più di qualcuno.
RispondiEliminaBisogna ringraziare i volontari. Erano 100 milioni in 2011 in Europa, per una popolazione di circa 500 milioni. Essere volontario oggi è partecipare attivamente al progresso sociale, culturale, sportivo, economico di un paese.
Elimina1/4 della popolazione in Francia. E stato creato un passaporto-volontariato in 2007, documento nel quale sono indicate le missioni e le competenze del volontario. Questo passaporto, riconosciuto dal Ministero dell'Educazione Nazionale, può servire anche nella ricerca di lavoro.
Scoperta fatta sul blog, interessantissimo, farò un giro. Grazie Lino.
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