Gli italiani di
oggi migrano in Australia
come nel 1950.
Secondo il “Rapporto Italiani in Australia 2013”
che analizza “l’immigrazione giovanile italiana in Australia”,
fino al 30 settembre dello scorso anno, 18.610 concittadini erano
presenti con un visto di residenza temporaneo. Questo
visto ha 3 categorie: vacanza-lavoro, studente, lavoro
specializzato.
Lo scorso anno
sono stati 15.973 i visti vacanza-lavoro concessi a cittadini
italiani (tra i 18 e 30 anni), 3.302 i visti studente; mentre
sono stati circa 1.700 i visti nella categoria “lavoro
specializzato” (richiesto dal governo), direttamente o
indirettamente sponsorizzati da aziende australiane. Fra le
professioni più richieste quelle legate all’ospitalità: cuoco,
chef, manager di ristorante.
Ma i visti di
residenza permanente sono stati solo 924.
A fronte di 123.438
stranieri provenienti da 190 nazioni diverse, nel 2012-13, solo 694
cittadini italiani hanno ottenuto anche la cittadinanza australiana,
lo 0,56% del totale.
Questi dati
confermano una cosa: il 90% dei giovani ritornano in Italia dopo aver
fatto un’esperienza saltuaria di “vacanza-lavoro”. Le
prospettive di permanenza sono praticamente “zero” se non si
trova uno sponsor.
Differenza con
l’emigrazione degli anni 50 e 60? In quegli anni non si chiedeva la
conoscenza dell’inglese. L’Australia aveva bisogno di mano
d’opera generica. Dopo qualche mese o anno (messo da parte un
gruzzolo di denaro come “deposito” per comprare la casa) gli
immigrati italiani facevano venire in Australia la fidanzata, o
moglie e figli, genitori, anche fratelli, sorelle, amici, paesani
ecc... Una catena!
Oggi le cose sono diverse: rimanere in Australia
sembra essere un lusso per pochissimi.
Di
questo argomento abbiamo parlato con Carla Rigoni, che gestisce
“Italy Connect. AU Pty Ltd”, ufficio di ricerche e promozioni del
Made in Italy per il mercato australiano. Consiglia e assiste aziende
italiane che vogliono entrare nel mercato australiano, soprattutto
con prodotti di “nicchia”. Carla sta mettendo a punto un progetto
di aiuto on line che chiama “Lo Sportello”: informazioni per
giovani (e meno giovani) che desiderano venire in Australia.
“Data
la crisi di lavoro in Italia (e non solo) – ci dice Carla - sono
molti i giovani che dall’Italia e da vari Paesi d’Europa vengono
ogni anno in Australia con il “Working Holiday Visa”, il visto
vacanza – lavoro, che dura un anno, e può essere esteso a 2 anni
se dopo il primo anno si accetta di fare 88 giorni (3 mesi) di lavoro
nelle campagne. E anche durante il primo anno non si può lavorare
per più di 6 mesi con lo stesso padrone o nella stessa compagnia.
Bisogna cambiare”. Molti giovani vogliono fare un’“esperienza”
e sfruttano il soggiorno in Australia anche per fare i “turisti”,
conoscere questa parte del mondo e gente di varie nazionalità.
Trovare
lavoro, qualsiasi lavoro, non è facile. Innanzitutto è necessario
conoscere l’inglese. Chi non sa abbastanza bene l’inglese non si
faccia proprio vedere da queste parti. Il settore della ristorazione
è ormai saturo. Anche ristoranti, pizzerie, bar... chiedono
esperienza e conoscenza dell’inglese.
Il
grosso problema è quello del visto di residenza “permanente” che
è difficile, se non impossibile. Questo visto lo si può avere se si
trova uno sponsor. Lo sponsor deve “dimostrare” che non trova “in
loco” (Australia) una persona capace di fare quel determinato
lavoro; deve pagare $1000, e fare un contratto di assunzione di 2
anni; l’operaio specializzato o professionista, a sua volta, deve
pagare circa $7.000 (euro 6.000) e presentare i certificati che
dimostrano le qualifiche e la conoscenza dell’inglese ad un livello
standard a seconda del tipo di lavoro (certificazione
internazionale).
Pochi sponsor sono disposti ad assumersi questo
rischio.
Vi
sono casi, e non pochi, di chi punta sulla carta sentimentale per
rimanere in Australia. Si assiste purtroppo a fidanzamenti
improvvisati, matrimoni falsi ecc. Ma il governo non si lascia
prendere per il naso. E’ diventato molto severo. Fa delle indagini
a tappeto, chiede documenti per tutto e indaga nella vita privata
delle persone (telefonate, lettere, email, parentele, amicizie ecc.).
E’
importante avere le spalle al sicuro. La vita in Australia è molto
più cara che in Italia. Vi sono dei giovani che arrivano senza soldi
in tasca, e pensano di trovare subito alloggio e lavoro. Si
raccomanda di avere una bella somma da spendere per le prime
settimane, che possono diventare mesi. Chi ha parenti presso cui
alloggiare è fortunato”.
Il
giornale italiano IL GLOBO mette a disposione, ogni lunedì, uno
spazio per i giovani (e meno giovani) venuti di recente dall’Italia
e che cercano lavoro.
Abbiamo
fatto un giro di telefonate per cogliere un commento dalla viva voce
di alcuni di loro.
Francesco
Ravelli cerca
lavoro come aiuto panettiere avendo già esperienza in Italia in
questo settore. “Se non sai l’inglese non vai da nessuna
parte.... Ci vuole un bel po’ di soldi all’inizio”.
Federica
Roselli,
fotografa freelance. “L’inglese è assolutamente necessario.
Consiglio di fare un corso di inglese in Italia (ve ne sono di
gratuiti). Ho il ragazzo australiano e quindi è più facile per me
rimanere qui, ma non trovo lavoro”.
Raffaele
Quattrocchi.
“Se non sai l’inglese puoi trovare lavoro come lavapiatti (non
hai contatti con il pubblico) ma ti sfruttano. Vivo con parenti (zii
dei miei genitori) e quindi non ho problemi di alloggio. Faccio un
corso di inglese al mattino, cerco lavoro per la sera”.
Ilenia
Calò,
“Sto cercando lavoro anche come baby sitter e per fare pulizie
domestiche, e nello stesso tempo faccio un corso di inglese. Ma mio
marito è cuoco, ed ha un contratto di lavoro, quindi non ha
pressione”.
Andrea
Codutti. “Sono
in Australia da un mese, cerco qualsiasi lavoro (operaio,
giardiniere, pittore, contadino, pescatore, lavapiatti, cameriere).
Non mi aspettavo di venire in Australia e fare una passeggiata... ma
mi rendo conto che è difficile dappertutto, c’è una crisi
mondiale. Male che vada torno in Italia a settembre e mi iscrivo
all’università. Alloggio presso degli zii, fratelli di mio nonno”.
Walter
Angeli,
è un perito elettrotecnico, progettista di software automazione
industriale,... cerca lavoro, ma ha scarsa conoscenza dell’inglese.
“Trovare uno sponsor è un sogno, vi riesce uno su cento”.
Germano Spagnolo
Grazie Germano per il messaggio che dai, è molto importante.
RispondiEliminaI giovani qui da noi pensano che andare all'estero sia la soluzione di tutti i mali che abbiamo, poi al 99% dei casi si ritrovano a fare i lavapiatti senza neanche soldi abbastanza per poter vivere, anche il messaggio dei mass-media è il più delle volte va nella direzione sbagliata.
Da parte mia se uno si adatta e fa la sua gavetta può trovare i suoi sogni e le sue realizzazioni anche qui in Italia, abbiamo un' Italia da ricostruire e non sarà facile, c'è la necessità che i giovani restino qui da noi.
grazie Germano e un abbraccio ginominai
Adattarsi quasi sempre vuol dire realizzare i sogni degli altri.
EliminaNon credo che i giovani d'oggi siano attratti dall'estero per avere lavoro sicuro e certezze assolute. Credimi non sono degli sprovveduti. Il motivo che incoraggia i giovani ad andare all'estero è lo schifo sociale che regna in Italia. Il degrado della politica e di riflesso le aspettative dei giovani sono pari allo zero. In Italia ai ricchi e potenti tutto è sfacciatamente permesso ed il giovane che vuole andare all'estero sa già di non appartenere a queste categorie.
EliminaCosa dovrebbe fare secondo te un giovane laureato al quale viene proposto uno stage di sei mesi non retribuito a far fotocopie? cosa dovrebbe fare un giovane eternamente superato dal figlio di ... o dalla figlia di...., cosa dovrebbe fare un giovane che vede nelle proposte del governo (di pseudo sinistra) la possibilità di vedersi rinnovato il contratto di lavoro determinato per ben otto volte ! In Italia restano felici e contenti solo i figli della Fornero, della Cancellieri e di tanti altri... compreso Dudù!
Fatto bene Germano a fornirci un reportage della situazione in Australia. Come dice Gino, qui sta serpeggiando la facile illusione che basti andare all'estero per trovare opportunità, quindi questo tuo contributo è prezioso per valutare più obiettivamente le cose. Grazi&Ciao
RispondiEliminaGià, l'è questo el paese del "bengodi"...
RispondiEliminaVergogna.....Vergogna.....Vergogna.....fino a qualche anno fa eravamo un paese in cerca di manodopera e si era arrivati al paradosso che gli imprenditori si rubavano l'un l'altro gli operai, da quando siamo entrati in questo schifo di Europa e usiamo questo schifo di euro stiamo diventando dei poveracci.
RispondiEliminaChe futuro possiamo garantire ai nostri figli?
Svegliamoci finchè siamo in tempo.
Ma chi c'era la governo, quando internamente abbiamo fatto, NOI, non l'Europa, 1 euro = mille lire???
Eliminadai dai caro mio... Bossi e Berluska.... tanto hanno fatto per arricchire i ricchi ed impoverire i poveri, che ci sono riusciti. La conclusione si vede: se il povero non ha soldi, non compera, la ruota si ferma, ed i ricchi han portato i soldi all'estero... restiamo noi qua a barcamenarci, fra suicidi e depressione e liti in famiglia, e l'euro centra come i cavoli a merenda.
Tonona fai un minestrone di fatti e persone.in soldoni La sinistra dovrebbe salvaguardare i poveri e l'uguaglianza.La destra il capitalismo.Ora per quale motivo bossi e Berluska facenti parte di un centro destra dovrebbero tutelare poveri e uguaglianza? sono stati coerenti al loro filone di appartenenza.
EliminaL'euro centra come il sugo con la pasta.al governo durante la definizione del cambio lira/euro c'era Prodi, Ciampi come ministro e marietto direttore generale e fazio alla banca d'italia. era il 1996.Ti ricordo che noi siamo stati sbattuti fuori dallo sme nel 1992 svalutando la lira del 7% in un solo giorno.
Poi il cambio fisso dell'euro non ci permette di svalutare ed essere competitivi. inizia il male peggiore dell'inflazione(che non e' un male se controllata e paritetica ad una crescita) la deflazione,stagnazione,coma e morte..ops default.Cerca il ciclo di frenkel su google poi vedrai che l'euro centra sia coi cavoli e anche a merenda. saluti
Bellissimo articolo, fatelo sapere in giro. Vivere di illusioni non paga.
RispondiEliminaDove andremo a finire? Non vedo luce in fondo al tunnel. Speriamo che una mattina non ci alziamo e...........................................................................................................................................
Per la luce in fondo al tunnel chiedi a Monti ed amici che riuscivano a vederla !!!!!
EliminaOvviamente il tunnel preparato dai tuoi amati... dimentichi di dirlo?!
Eliminai presupposti ci sono,ma siamo in tempo per posticiparli nel tempo.ogni evento nella storia e' ciclico.le mestruazioni si chiamano ciclo non a caso.L'economia e le sue crisi sono cicliche.
Eliminase hai voglia di leggere su wiki c'e' un surrogato del ciclo economico http://it.wikipedia.org/wiki/Ciclo_economico
Tonona ghin capiva de pì e fursi la gavea pì memoria.
RispondiEliminaRecordate che el canbio a 1936.27 lo ga deciso cuela facia da intelijente chel se ciama Prodi col so amigo Ciampi sensa domandarghe gnente a nesun come laltra buelada de entrare in europa, altro che Berlusconi.
Biogna che te rispolvari i libri de storia e se no te capissi gnente de economia torna a legere Topolino.
Lasciate per favore fuori il piccolo dudù
RispondiEliminaguai a chi si permette di toccarlo!
Chi è dudù?
RispondiEliminaEl poro can de Berlusconi.
EliminaDisinformatissimi! E' il barboncino bianco di famiglia, in quanto appartenente alla compagna del di cui sopra, tale Francesca Pascale.
EliminaSi, ma l'è diventà el can de berluscòn..
Eliminacussi podemo dire EL CAN DE BERLUSCON!! :-)))
Ahhhh el gera un can, ma varda ti quel chel toca sto Berlusconi el deventa famoso e el va su anca pai giornai.
RispondiEliminatornando al...servizio, interessantissimo, che dire? ho un nipote di trent'anni che qui aveva un ottimo lavoro ma ha tentato la via del "master" ed ha vinto una borsa di studio per due anni a New York; ora sta terminando gli studi ed ha già firmato un contratto di lavoro a s.Francisco (ma, prima di partire, parlava già ottimamente l'inglese), un'altra è da otto anni a Parigi, ma ancora fatica parecchio nonostante le varie agevolazioni di cui gode, e sta valutando se rientrare; un'altra è a Londra, prende 1300 sterline al mese ma vive in un ostello e dorme in camerata con altre quattordici persone; sta cercando un appartamentino per sé ma di quelle sterline mensili ne rimarranno ben poche, quindi non credo che l'estero offra chissà quali possibilità; condivido l'opinione che l'esempio della nostra classe politica sia stato deleterio ma sono pure convinta che si possa comunque fare molto partendo da noi stessi, dal "basso"; è faticoso cercare di vivere secondo valori che creano una società civile ed etica, che so..onestà, condivisione, accettazione e confronto costruttivo, spirito di servizio e via dicendo; io non credo sia utopistico se ci si mette davvero in gioco. ciao a tutti! Ada
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