martedì 19 novembre 2013

Ciuff ciuff... che ingranissàde...


Vardé, 
vardè pulìto, 
vardé che roba e... 
bando alle estasi... 
sbizzarìve coi comìnti...
(by Alago)

7 commenti:

  1. Dimostra che a foto dell'Orrido di Meda è precedente a questa, che è del 1890.

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  2. Ah eco, desso me cato. Nella foto precedente avevo confuso la galleria di Meda per quella di uscita del ponte che attraversa l'Astico, che è posteriore. Quindi adesso i torni contano.
    E pensare che il progetto iniziale prevedeva di far proseguire la ferrovia da Arsiero fino a Pedescala per poi risalire la Valdassa fino ad Asiago, ma venne abbandonato per i costi eccessivi; ma più probabilmente per ragioni strategiche trovandosi troppo a ridosso dell'allora confine di stato.

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  3. Go capio Alago. Ma te go dito el me pensiero prima. La foto la pò essere del 1700, 1800 o 1906-7, ma l'altra cartolina, i la gà traficà, sgramenià, in 1918-9, dopo guera insoma, per far na bèfa a chi che te vidi, o ca vedemo con Claudio e Biscaro.
    Sta qua la xe bela, ciò ! Se vede el trenino ; el someja un zugatolo, anca ca me domando come che'l ga podesto andar su par el monte da solo. n'davelò a legne o a carbon ? Drio la locomotiva el cargamento xe bianco. Non sarà che'l n'dava zà con el materiale delle Marogne magari ?
    No ste risponderme asinade ; a parlemo serio qua !

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  4. Caro Gianni la ferrovia Arsiero Asiago doveva passare proprio sotto San Piero e dopo un bel tornante ai Lucca la ripassava sopra il paese per andare verso la Valdassa.Però appunto per ragioni militari perchè era troppo vicino al confine il progetto venne abbandonato.Però anche se il progetto fu spostato gli Autriaci pretesero che fosse costruita a scartamento ridotto.

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  5. devo essere sincera, sia quella di prima che questa io non ho capito niente.

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  6. Heidi, forse tu questa tratta non la hai mai percorsa in treno, e nemmeno ora che è pista ciclopedonale.
    Erano scorci di rara bellezza e fascino, fino agli anni '60, dismissione della ferrovia e suo smantellamento. La vegetazione era più discreta, e permetteva la vista sulle forre dell'Astico dai finestrini del treno, angoscia ed attrazione allo stesso tempo. Una tratta di ferrovia a strapiombo di precipizi in fondo ai quali lento scorre il nostro Astico. Era fra questi meandri rocciosi che si incagliavano i tronchi che i nostri vecchi affidavano alla corrente per il trasporto a valle. Ed era qui che ogni tanto i fluitatori perdevano un compagno di lavoro. Esiste poca documentazione su questo mestiere, che pure è stato fra le fonti di sussistenza dei nostri avi.
    Venendo alle foto, capisco che sia difficile "inquadrarle" per chi non ha percorso la ex ferrovia Piovene-Arsiero. Dalla strada "nuova" (anni '70) le gallerie sono ora invisibili, come è invisibile il tracciato. Io stesso stento a capire il punto di ripresa dell'una e dell'altra; la prima penso dalle propaggini oltre il casello della birreria, di là del gruppo-contrada (tipica e da vedere) ex sede dopolavoro Lanerossi; la seconda dallo stesso acrocoro, più spostati verso Cogollo, con un leggero tele che forse Alinari già usava nel 1990.
    Alla prima occasione, sono così incuriosito, farò una ricognizione fotografica da postare.

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