Quando ero giovane
mi piacevano tanto le donne e le filosofie
ero un ragazzo attento e mi buttavo,
mi verificavo nei rapporti aperti
e gocciolavo amore da tutte le parti, amore.
Quando ero giovane mi piacevano molto
le notti e le periferie
mi coinvolgevano le innovazioni,
le arti e i grandi mutamenti
e vedevo il nuovo da tutte le parti, il nuovo.
Non c'è niente da fare,
dev'essere vero che sto invecchiando
non c'entra niente con l'età
il sintomo più chiaro è
che guardo nel mondo
non mi interessano
e non mi sorprendono le novità.
Eppure mi hanno detto
che succede di tutto
che ci son cose interessanti
e anche originali
che ci son cose veramente strane,
veramente nuove
grandi cambiamenti,
grandi innovazioni...
peccato che a me sembrano soltanto
timide e modeste variazioni
che nella loro velleità
hanno l'aria e la pretesa di sfacciate novità.
Quando ero giovane
mi attiravano molto
la sofferenza e la sociologia
quando hai vent'anni
non ti puoi risparmiare
devi occuparti del mondo
che è lì che aspetta la tua spinta
per cambiare, il mondo.
A vent'anni tutti scrivono
fantastiche, rabbiose poesie
a vent'anni tutti fanno
decisivi, importantissimi interventi
dopo i vent'anni
li fanno solo i deficienti, li fanno.
Non c'è niente da fare
il mondo è noioso, si sta ripetendo
o sono io che son distratto
sarà che sono anziano
o forse presuntuoso
ma ho l'impressione
di avere già capito tutto.
Eppure effettivamente
ogni giorno succede qualcosa
e sono cose molto appariscenti
e anche fastidiose
e sono cose veramente gravi
e c'è un gran casino di sconvolgimenti,
non si può ignorare.
Sì, ma io volevo dire la mia vita,
la tua vita, insomma la vita
ho il sospetto che rimanga sempre uguale
e qualsiasi cambiamento
che sembrava così enorme e sconvolgente
riguardato alla distanza
non è altro che esteriore ed apparente
va a finire
che in sostanza
è davvero tutto uguale.
Oppure sono io
che non capisco più niente!
(Giorgio Gaber - da: Polli di allevamento 1978)
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