Ricordi di Venezia
È una delle città più originali e più visitate al mondo. Quel suo stare nell’acqua, gli splendidi palazzi costruiti al tempo in cui dominava i commerci europei costituiscono un’attrazione che attira milioni di visitatori ogni anno (si parla di 37 milioni di presenze l’anno scorso) nonostante sia una città di 50.000 abitanti (260.000 se consideriamo la terraferma).
Gondole
E poi le gondole, in quale altra città d’acqua ci si muove su barche così eleganti e affusolate condotte da barcaioli che utilizzano un remo solo? I gondolieri fanno di tutto per distinguersi: maglietta a righe colorate e cappello di paglia. Eppure questa divisa ha origine recente, solo qualche decennio.
E prima?
Possiamo farcene un’idea dall’archivio Marzari, gestito dal nostro circolo fotografico.
Gondolieri
Non sappiamo a quando risale questa foto, ma l’abbigliamento ci porta agli anni che precedono la guerra, l’ultima. Lungi dal portare magliette a righe, i gondolieri indossano la giacca e portano il cappello, passano davanti allo squero carichi di fiori, forse per un funerale, trasportando un signore vestito di scuro, mentre tre giovani osservano il passaggio con le gambe penzoloni sull’acqua.
In questa foto compaiono i turisti, ma quanto sono diversi da quelli di oggi: due signore con il cappello sedute a poppa e due famiglie(?) con impermeabile giacche e cappotti percorrono il Canal Grande. Siamo nel periodo tra le due guerre come si evince dalla scritta OND, Opera Nazionale Dopolavoro. Potrà essere curioso notare le ceste di vimini sullo sfondo, due sulla barca e una immersa nell’acqua, probabilmente contenevano pesci o prodotti ittici.
Questa immagine rappresenta due generazioni di gondolieri a confronto. Sullo sfondo un gondoliere con il cappello e i baffi trasporta un militare. In primo piano una gondola più elegante, un gondoliere con una giacca alla marinara.
Chiatte a remi
Non c’erano molti motori al tempo e anche i trasporti pesanti venivano mossi su chiatte a remi.
Il ponte Mestre-Venezia e il terminal
Avete notato che la foto precedente è scattata dal Ponte che unisce la terraferma con Venezia? Se il ponte ferroviario risale al secolo XIX (1846) è solo nel 1933 che venne affiancato da un ponte carrabile. All’epoca della costruzione fu battezzato “Ponte Littorio” oggi si chiama Ponte della Libertà.
La foto seguente rappresenta il ponte appena costruito e già dotato dei cavi aerei per i filobus, mentre un gruppo di operai della ditta “Fratelli ingg. Scarpa” sta esegendo dei lavori di rifinitura.
Con il ponte venne realizzato il terminal automobilistico di Piazzale Roma con l’autorimessa pluripiano costruita dall’arch. Eugenio Miozzi.
Eccolo in tutto il suo nitore all’epoca della sua costruzione in una piazza desolatamente vuota, in un angolo un autobus Lancia Omicron attende pazientemente i pochi passeggeri di allora.
Sempre a piazzale Roma un autobus (“ESCURSIONES GARAGE GAVIOLA TELEFONO 18017 BILBAO N 2”) porta a Venezia dei turisti che provengono dai Paesi Baschi (Euskadi)
La vecchia stazione
Pochi riconoscono questo scorcio di Venezia ed il motivo è presto detto: non c’è più. In realtà il posto c’è ancora, ma non c’è più la vecchia stazione ferroviaria e il vecchio ponte in ferro. La nuova stazione di Santa Lucia venne iniziata nel 1936 e completata nel 1952, mentre il vecchio ponte in ferro, troppo basso per i battelli, venne demolito nel 1932, questo certifica che la foto è antecedente al 1932. Una curiosità il nuovo ponte degli Scalzi è opera dello stesso architetto che ha costruito il garage San Marco (Miozzi).
San Marco
Com’era un tempo piazza San Marco e i suoi dintorni? Architettonicamente nulla cambia da secoli (a parte il crollo del campanile nel 1902 e la successiva ricostruzione) sono le persone a cambiare e non solo nel numero, come potete vedere nelle foto seguenti.
Venezia turistica
Per vedere le folle bisogna andare al Lido dove si riversano masse di turisti a fare il bagno.
Venezia industriale
Il distretto industriale di Venezia si chiama Porto Marghera. La storia di Porto Marghera ebbe inizio il 23 luglio del 1917, quando l’allora presidente del Consiglio, Paolo Boselli, firmò alla presenza del sindaco di Venezia, Filippo Grimani, e di Giuseppe Volpi, presidente della Sade, una convenzione per la costruzione del porto e di un nuovo quartiere residenziale.
Questa foto risalente al periodo tra le due guerre mostra una Marghera antica: un vecchio camion cisterna, un impiegato in bici con i pantaloni alla zuava e in lontananza un manovale con il sacco in spalla.
Le foto del presente articolo sono un piccolo estratto dall’immensa mole di lastre fotografiche provenienti dall’Archivio Marzari.
La Grafiche Marzari fu una delle più importanti industrie grafiche italiane ed aveva sede a Schio. Un po’ di storia si può leggere qui: https://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-marzari_%28Dizionario-Biografico%29/
L’archivio contiene una quantità di lastre fotografiche risalenti a un secolo fa che non siamo ancora riusciti a contare, ma temiamo siano ben più di diecimila. La maggior parte delle lastre sono in cattivo stato: impolverate, rotte, scheggiate, con presenza di graffi e impronte digitali. Abbiamo così cominciato a digitalizzarle e a restaurarle per metterle a disposizione di studiosi e appassionati di storia e fotografia.
Questo lavoro costituisce una continua scoperta e abbiamo voluto con questo articolo mostrare alcune curiosità relative alla città di Venezia.
Forse vi sarà venuta la curiosità di sapere cosa significa la parola squero.
In origine lo squero caratterizzava il piano di legno inclinato lungo il quale venivano tirate a secco le gondole (hanno il fondo piatto per essere agili anche nelle zone di laguna dove l’acqua è poco profonda). Per estensione ha preso nome di squero anche il cantiere navale dove si svolgono le operazioni di costruzione e manutenzione navale.
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