lunedì 26 febbraio 2024

Ross consiglia

 


Paolo Cognetti

Giù nella valle
"Quello che non so, e che non ho mai chiesto a papà, è perché quella volta abbia scelto il larice per mio fratello e l’abete per me. Eravamo troppo piccoli perché vedesse qualcosa in noi, perciò forse era solo un intuito da parte sua. O chissà, una benedizione. Tu, larice, sei destinato a crescere al sole, a tirarti su in alto, duro e fragile, e ondeggiare nel vento. Tu, abete, invece crescerai ombroso, ma forte e resistente, protetto dagli aghi anche in inverno, adatto al gelo"
Racconto breve, 100 pagine da leggere lentamente, come tutti i libri di Cognetti, perché il ritmo lento permette di assaporare il detto, il sussurrato, il gridato e il non detto.
A me piace come scrive e, diversamente da tante critiche negative lette, a me arrivare in fondo a un libro e desiderare sapere come proseguirà la vita dei protagonisti, della cagnolina, se la pista da sci verrà costruita e che fine farà la casa... insomma immaginare come sarà il dopo e aver voglia di leggerne ancora, significa che il libro ha fatto il suo lavoro.
Qui troviamo il rapporto tra due fratelli, la luce e il buio, l'amore, la fuga, l'alcool, un accenno allo sfruttamento del territorio e all'inquinamento, e seppur non presente come nei precedenti libri, la montagna che sta là in alto, da giù nella valle forse a volte lo dimentichi, ma lei è sempre là.
Consigliato? Per me sì.

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