“Sogna ragazzo sogna” l’abbraccio di Roberto Vecchioni a tutti i ragazzi a Sanremo
Roberto Vecchioni, filosofo contemporaneo, a Sanremo ha duettato con Alfa in jeans e sneakers, portando sul palco la sua sconfinata sensibilità intellettuale e umana. Nella serata dedicata alle cover durante il Festival di Sanremo, i due si sono esibiti sul palco dell’Ariston cantando la bellissima “Sogna ragazzo sogna”, scritta da Vecchioni nel 1999.
Roberto Vecchioni non ha cantato solamente fianco a fianco del giovane ragazzo Alfa, ma in un abbraccio, seppur ideale, a tutti i ragazzi in cerca di amore unificante.
Un inno alla vittoria della vita, che vale sempre la pena di essere vissuta anche e soprattutto nei momenti di fragile passaggio Roberto Vecchioni invita, nella sconfitta, a resistere:
E ti diranno parole rosse come il sangue
nere come la notte,
ma non è vero, ragazzo
che la ragione sta sempre col più forte
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo
chiudi gli occhi, ragazzo
e credi solo a quel che vedi dentro
stringi i pugni, ragazzo
non lasciargliela vinta neanche un momento
copri l'amore, ragazzo
ma non nasconderlo sotto il mantello
a volte passa qualcuno
a volte c'è qualcuno che deve vederlo
sogna ragazzo, sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive più
sogna, ragazzo, sogna
non lasciarlo solo contro questo mondo
non lasciarlo andare sogna fino in fondo
fallo pure te
sogna, ragazzo, sogna
quando cade il vento ma non è finita
quando muore un uomo per la stessa vita
che sognavi tu
sogna, ragazzo, sogna
non cambiare un verso della tua canzone
non lasciare un treno fermo alla stazione
non fermarti tu
lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre
perché hai già vinto, lo giuro
e non ti possono fare più niente
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita
e la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire
pianterai un ulivo
convinto ancora di vederlo fiorire
sogna, ragazzo, sogna
quando lei si volta
quando lei non torna
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna
passeranno i giorni
passerà l'amore
passeran le notti
finirà il dolore
sarai sempre tu
sogna, ragazzo, sogna
piccolo ragazzo
nella mia memoria
tante volte tanti
dentro questa storia
non vi conto più
sogna, ragazzo, sogna
ti ho lasciato un foglio
scrivania
manca solo un verso
a quella poesia
puoi finirla tu”
Dopo un passo a destra, Roberto Vecchioni tiene lo sguardo fermo su Alfa e la mano che si protrae verso di lui. Nell’apparente, forse inosservata e ignorata gestualità esplode una comunicazione potentissima.
Sogna ragazzo sogna, piccolo ragazzo nella mia memoria...
Un padre lascia andare il figlio ormai adulto, ma che nella sua paterna memoria custodisce teneramente come un “piccolo ragazzo”, per la sua strada lasciandolo anche libero di sbagliare, continuando su di lui a vegliare, in disparte, fermo e lontano ma ben oltre il tempo, eternamente presente.
Nessun commento:
Posta un commento