domenica 11 febbraio 2024

A me son piaciuti tanto!

 


“Sogna ragazzo sogna” l’abbraccio di Roberto Vecchioni a tutti i ragazzi a Sanremo

Roberto Vecchioni, filosofo contemporaneo, a Sanremo ha duettato con Alfa in jeans e sneakers, portando sul palco la sua sconfinata sensibilità intellettuale e umana. Nella serata dedicata alle cover durante il Festival di Sanremo, i due si sono esibiti sul palco dell’Ariston cantando la bellissima “Sogna ragazzo sogna”, scritta da Vecchioni nel 1999.

Roberto Vecchioni non ha cantato solamente fianco a fianco del giovane ragazzo Alfa, ma in un abbraccio, seppur ideale, a tutti i ragazzi in cerca di amore unificante.

Un inno alla vittoria della vita, che vale sempre la pena di essere vissuta anche e soprattutto nei momenti di fragile passaggio Roberto Vecchioni invita, nella sconfitta, a resistere:

E ti diranno parole rosse come il sangue

nere come la notte,

ma non è vero, ragazzo

che la ragione sta sempre col più forte

io conosco poeti

che spostano i fiumi con il pensiero

e naviganti infiniti

che sanno parlare con il cielo

chiudi gli occhi, ragazzo

e credi solo a quel che vedi dentro

stringi i pugni, ragazzo

non lasciargliela vinta neanche un momento

copri l'amore, ragazzo

ma non nasconderlo sotto il mantello

a volte passa qualcuno

a volte c'è qualcuno che deve vederlo

sogna ragazzo, sogna

quando sale il vento

nelle vie del cuore

quando un uomo vive

per le sue parole

o non vive più

sogna, ragazzo, sogna

non lasciarlo solo contro questo mondo

non lasciarlo andare sogna fino in fondo

fallo pure te

sogna, ragazzo, sogna

quando cade il vento ma non è finita

quando muore un uomo per la stessa vita

che sognavi tu

sogna, ragazzo, sogna

non cambiare un verso della tua canzone

non lasciare un treno fermo alla stazione

non fermarti tu

lasciali dire che al mondo

quelli come te perderanno sempre

perché hai già vinto, lo giuro

e non ti possono fare più niente

passa ogni tanto la mano

su un viso di donna, passaci le dita

nessun regno è più grande

di questa piccola cosa che è la vita

e la vita è così forte

che attraversa i muri per farsi vedere

la vita è così vera

che sembra impossibile doverla lasciare

la vita è così grande

che quando sarai sul punto di morire

pianterai un ulivo

convinto ancora di vederlo fiorire

sogna, ragazzo, sogna

quando lei si volta

quando lei non torna

quando il solo passo

che fermava il cuore

non lo senti più

sogna, ragazzo, sogna

passeranno i giorni

passerà l'amore

passeran le notti

finirà il dolore

sarai sempre tu

sogna, ragazzo, sogna

piccolo ragazzo

nella mia memoria

tante volte tanti

dentro questa storia

non vi conto più

sogna, ragazzo, sogna

ti ho lasciato un foglio

scrivania

manca solo un verso

a quella poesia

puoi finirla tu”


Dopo un passo a destra, Roberto Vecchioni tiene lo sguardo fermo su Alfa e la mano che si protrae verso di lui. Nell’apparente, forse inosservata e ignorata gestualità esplode una comunicazione potentissima.

Sogna ragazzo sogna, piccolo ragazzo nella mia memoria...

Un padre lascia andare il figlio ormai adulto, ma che nella sua paterna memoria custodisce teneramente come un “piccolo ragazzo”, per la sua strada lasciandolo anche libero di sbagliare, continuando su di lui a vegliare, in disparte, fermo e lontano ma ben oltre il tempo, eternamente presente.

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