È una delle tante lezioncine moraleggianti per immagini che girano in rete da tempo, ma val la pena di soffermarvici sopra perché sottintende una verità che ci coinvolge un po’ tutti. Che opinione abbiamo dello sbaglio?
L’insegnante di matematica delle elementari diede un voto alto allo scolaro che svolse l’esercizio della foto risolvendo correttamente nove moltiplicazioni su dieci. Non ne diede eccessivo risalto all’unica operazione sbagliata, ritenendo che essa non pregiudicasse il giudizio complessivo. Quando invece appese il foglio alla lavagna, scatenò prima i risolini e poi l’ilarità dei compagni di classe. Tutti si concentrarono sull’unica operazione sbagliata trascurando le altre nove corrette e perciò riducendo a quell’errore l’intero compito. Di più: ritennero sciocco il maestro ne non aveva fatto la medesima valutazione.
È qualcosa che spesso facciamo anche noi, fermandoci sugli sbagli (o il male) senza considerare le cose giuste (o il bene) che fa una persona. Eppure si fa probabilmente più del bene che del male, ma è il male a condizionare il giudizio che gli altri hanno di noi; il bene è dato per scontato, mentre in realtà non lo sarebbe affatto, dato che lo sbaglio (o il male) è sempre in agguato.
Nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare, e lo facciamo alla grande; pur con questa consapevolezza, però, siamo scarsamente disposti a tollerare lo sbaglio negli altri. Sottolineare gli sbagli altrui ci mantiene nell’illusione di essere migliori e alimenta la nostra autostima, gettandoci tuttavia nello sconcerto quando gli altri applicano lo stesso criterio nei nostri confronti.
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