sabato 20 novembre 2021

Hotel Astico

Durante l'inverno 1916-17 seguendo l'esempio dell'esercito tedesco, furono eretti dai comandi Asburgici degli "OSTELLI" nelle retrovie del fronte. Uno di questi, denominato "HOTEL ASTICO" era ubicato a San Pietro in Valdastico in località "Pissavacca". 

Era gestito dal cappellano militare Matthias Bader appartenente all'J.R. n. 14 di Linz. Aveva un rifornitissimo spaccio, una vasta biblioteca fornita ogni giorno da riviste e giornali popolari, si poteva giocare una partita a carte, oppure c'erano delle piste da bowling tanto amate dai soldati imperali dell'alta Austria. Questi "ostelli" avevano lo scopo di creare occupazioni piacevoli avendo un ottimo effetto sulla salute dei soldati, per questo si proiettavano film e non mancava la piacevole compagnia femminile.

Dal diario di un fante dell'J.R. 14: "... siamo partiti da Astico-tal per monte Meletta in 1500 fucili e siamo rientrati solo in 150 fucili".
Delmo Stenghele




5 commenti:

  1. la storia del nostro paese non finisce mai di stupire. Ancora un complimento per la bravura e l'impegno da voi impiegati nel reperire anche la relativa documentazione

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  2. E' la storia infinita dei Paesi di confine che dovrebbe entrare a testa alta nella didattica scolastica.Sopratutto per noi con la Valle divisa tra il Regno d'Italia e l'Impero Asburgico.Ma la scuola è in tutt'altre faccende affacendata perciò la cultura del territorio è amministrata con le amnesie della memoria breve che privilegiano le distrazione del tempo.

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  3. A parte la foto, che l'avevamo pubblicata anche anni fa, le interessanti informazioni aggiuntive, (nuove anche per me), a onor di correttezza, sono a cura di Delmo Stenghele come scritto in fondo al post.

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  4. Chissà quando mai ci si deciderà a mettere in piedi un museo degli eventi di questa terra di confine, penso che materiale di qua, di là, ve ne sia, e molto sarebbe reperibile fra di noi...
    E, a supporto, un minimo di museo all'aperto, ripristinando anche solo che qualche tratto delle trincee ed arroccamenti. E magari l'ingenuo Forte Ratti...
    Nemmeno un museo etnografico, arti e mestieri, dell'epoca della emigrazione, dovrebbe mancare.

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