venerdì 26 novembre 2021

Gli ambulanti di un tempo - l'ombrelàro - POST RIPROPOSTO -



Arrivavano da Paesi limitrofi o anche da lontano, talvolta anche da fuori Regione, si spostavano a piedi, con la bicicletta o con rudimentali carretti trainati a mano.
Qualcuno rientrava a casa la sera, altri anche dopo un peregrinare di svariati mesi.
Fino a qualche decennio fa li vedevamo girare nei nostri Paesi e Contra' in determinati periodi dell’anno.
Si facevano annunciare da un loro caratteristico grido di richiamo, per vendere le loro merci o per offrire i loro piccoli, ma indispensabili servizi di artigiani.
Non si negava mai loro un piatto di minestra e un pagliericcio per trascorrere la notte al riparo dalle intemperie, anche perché non sempre c’erano soldi per pagarli…

ERANO GLI AMBULANTI…
piccoli commercianti al minuto,
artigiani di oggetti di uso comune.

Sono professioni all’oggi del tutto tramontate o comunque radicalmente trasformate.
Anche loro, nel loro piccolo, erano parte utile e colorita della vita di un tempo che fu.


L’Ombrelàro…

   
L’ombrelàro credo abbia resistito più di tutti. Lo si è visto fino ai primi anni ottanta, poi la produzione industriale di ombrelli a costi ridottissimi ha reso assolutamente improponibile questo tipo di lavoro che, tuttavia, anche un tempo era fonte di magri guadagni.
Si annunciava gridando: l’ombrelàro dóne, l’ombrelàro… ombréle vécie…l’ombrelàro el le giusta… o anche: dai che pióve…
Come tanti altri Ambulanti, quando aveva fatto il giro delle case e raccolto un congruo numeri di ombrelli da aggiustare, si fermava al centro della Contra' o davanti la chiesa o, in caso di pioggia, sotto qualche accogliente portico, per eseguire i lavori commissionatigli.
Non possedeva una grande e complessa attrezzatura: gli utensili che normalmente utilizzava erano costituiti da pinze, tronchesi, qualche martello, delle brocchette, una piccola forma che serviva per ribattere quando doveva fissare le stecche all’ombrello.
Con rapidità e precisione l’Ombrelàro cambiava le stecche rotte, sostituiva gli scróchi a molla difettosi, i manici rotti o piegati, metteva delle toppe di tela circolari (i capelóti) intorno alla punta dell’ombrello, dov’era più comune lo strappo.
A mezzogiorno non era infrequente che venisse invitato a sedere alla povera mensa di qualche Cliente…
Un’ospitalità e una generosità che oggi ci appaiono davvero lontane… Altri tempi... indubbiamente...



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