Guarda Carla che non è solo una foto curiosa, ma anche tanto, ma tanto, tanto, vecchia.
Rimanda al periodo del Tardo Würmiano, quando la gelida lingua orientale del ghiacciaio dell’Adige s’addentrava nella nostra valle, lambendo la Scafa. Qui e sui cògoli, fin su dalla Vecia Pempa, s’affannavano le Anguane a resentare i panni nei rivoli superficiali del ghiacciaio che scorrevano nei pressi dei loro rifugi. Più in su, al Sojo Alto, la Vecia sorvegliava distrattamente l’ordinato procedere delle cose. L’Orco era confinato nella testata della sua valle e controllava le Jóe, che emergevano timide dal mare di ghiaccio e ospitavano sparuti gruppi di salvanéi, specializzati a slissegare in pansa. Qualche Neanderthaliano di un ramo cieco sopravviveva stentatamente a Belfiore, cacciando cedroni con la collaudata tecnica del gran del sale sula coa.
L’Olocene doveva ancora affacciarsi, per non parlare dell’Antropocene. Peraltro l’autostrada era del tutto superflua, dato che non si poteva andare a Trento a prendere un caffè, neanche slissegando. Infatti non c'era ancora Trento e neppure il caffè.
A dire il vero, i Würmiani di Rotzo erano angosciati dal riscaldamento climatico globale, che iniziava a sciogliere i ghiacci, col rischio che riemergessero quei scassamaruni dei sanpieroti, anche'essi Würmiani, ma di un ramo più tardo. Costoro rimasero infatti sepolti dalla coltre gelata in seguito ad un incantesimo della Vecia, indispettita perché si ostinavano a non baciarle le terga. La Vecia invero, era una'emerita matriarca di Rotzo, che era stata esiliata lassù, al Sojo Alto, già nel Miocene. Fu a causa di misteriosi tramaci coi sanpieroti, avendo loro permesso di sapetàre impunemente da quelle parti. Per questo sgarro i sanpieroti avrebbero dovuto omaggiarla in eterno col tributo del sozzo bacio. Era una condanna reciproca per aver infranto quei sacri preistorici equilibri.
Un capolavoro!
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