domenica 28 febbraio 2021

I regna!

【Gianni Spagnolo © 21II6】
Il mondo de stiàni, si sa,  contemplava l’esistenza di tutta una serie di strane ed ineffabili presenze che si sono poi prontamente dileguate all’affacciarsi della modernità. 
Forse, tipi come il salvanélo, grande esperto nell’ingropare le coe dj muli in stala, poteva aggiornarsi a incatjiare i fili dei telefonini in carica notturna. Le anguane potevano sfruttare la moda di ubriacarsi d’acqua, sguazzandoci come la molecola di sodio della pubblicità.  L’orco era già stato sdoganato da Schrek e gli bastava magari depilarsi un po’, anche nei posti al posterno e parlare politicamente corretto per perpetuarsi nei tempi nuovi. Ma non l’hanno fatto: hanno capito subito che non era più aria e che la razionalità avrebbe fato tabaco de tuto. Questo per stare alle figure un po’ strambe e facete di quel mondo; mondo che però annoverava anche presenze ben più serie e tenebrose, che incutevano timore e rispetto alla sola evocazione. Erano spiriti, spiriti inchieti, spiriti di morti, spettri dell’altro mondo che comunque arrivavano in qualche modo ad interagire col nostro. Cuj chj regnava!
I regna! 
Quand’ero bambino e udivo talvolta questa espressione sulla bocca degli adulti, espressa con un misto di stupore e timore, restavo inbatunìo. Chi jérelo chj regnava? Andove? Come? Parché i regna?
Le storie andavano alla vigilia dei Morti, a quelle riunioni di famiglia con castégne e vin novo che si facevano al ritorno dal cimitero. Mi ricordo quei giorni sempre freddi, uggiosi e un po' inquietanti, specie nel crepuscolo agitato dalle fiammelle dei lumini sulle tombe che noi boce andavamo a tenpelare per strapparne la cera molliccia e come prova di coraggio.  Era lì che si percepiva che c’era un mondo parallelo dove si agitavano spiriti inquieti che riuscivano, in qualche arcana maniera, ad interferire con noi. I morti infatti non se n’erano mai andati, come recita l’incipit di quella poesia di H.S. Holland, che infiora troppe epigrafi: 
"La morte non è niente. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto..".
Il fatto è che dalla stanza accanto queste presenze a volte si facevano sentire; eccome se si facevano sentire! Rumori strani, rantoli, porte che si aprivano e cose che cadevano senza apparente motivo. Ecco, era allora che regnavano. In particolari finestre temporali, in qualche circostanza familiare, in determinati stati psicologici, loro facevano sentire la loro presenza; a volte discreta, altre meno, ma ci tenevano a far capire che c’erano.
Non entrerò nei particolari, perché a qualcuno non salti in mente di propormi per un TSO in tempo di Covid, ma io da bambino ho sentito che i regna; ancamassa sa lo go sentìo!
Sordi tonfi nella notte, scricchiolare di vecchie scale di legno, cigolamenti di cùbie, .. passi felpati dall'ossessiva cadenza. Aveva un bel dire, la mia mamma, ca sara stà el vecio Silvio, delà dal muro, che ghe zé cascà la flassa. Nossignori, erano quelli che i règna, ne ero certo.
Da dove derivi questo “i regna” non è poi molto chiaro. Non credo venga dal corrispondente verbo italiano, perché non esiste nel nostro dialetto, mentre  l’espressione rimanda a relitti di tempi assai remoti, quando echeggiavano ancora reminiscenze pagane. 




3 commenti:

  1. Fra quei personaggi non dimenticare "la vecia dela singela" anche lei sempre presente....

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  2. Anch'io da piccola, quando alla notte eravamo tutti a letto, sentivo dei passi nella sottostante cucina, ma non l'ho mai detto a nessuno. A proposito della flassa, ma è quella di gomma o è quella di ottone?
    L'articolo mi è molto piaciuto

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    1. Certamente di ottone, quelle di gomma non fanno rumore ;-)

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