giovedì 18 febbraio 2021

Storia del mulino di Pedescala

 



Viveva al mulino la famiglia Spagnolo. Capo famiglia era Gio Maria che aveva sposato una certa Speranza. In questo mulino si macinava frumento e granoturco per il paese e anche per i paesi limitrofi, specialmente quelli dell’Altopiano. Era gente molto caritatevole e ogni volta che le persone scendevano da Conca giù dal sentiero del Raparo della “Val dele legne” con dei muli per macinare il loro grano, li rifocillavano dando loro da mangiare. Avevano tre figli maschi e quattro figlie femmine.

Dal sentiero del Raparo scendevano anche i contrabbandieri con il tabacco che proveniva dalla Valsugana. Durante la prima guerra  mondiale il mulino fu usato anche come ospedale da campo. Ma durante il conflitto fu danneggiato, Pietro però, con i soldi della ricostruzione, riuscì a farlo rimettere a nuovo e lo fornì anche di una piccola centralina elettrica.

Nel 1923 venne fatta una grande festa per il restauro, ma in seguito il mulino non fu più usato.

Il mulino di Pedescala, fantasia di ricordi di Laura Marangoni.

Negli anni 30, al mulino abitava Giuseppe Spagnolo con la moglie Luigia, avevano tre figlie e un figlio.

A Pedescala  erano state costruite delle vasche in località ”il Mulino” e la biancheria, dopo essere stata messa in ammollo a casa dentro un a tinozza, veniva portata al mulino per risciacquarla.   

Bepi e la Gigia  tenevano anche un bèco di nome ”Checo” che serviva per la monta delle capre.

La Gigia del Mulin aveva anche una bella pianta d’alloro e ne dava a tutti, per cucinare  le trote, i minestroni  e anche per la processione della  Festa delle Palme. Aveva un cane e chi le domandava come si chiamava rispondeva  “Domàndeghe”.  

Laura Marangoni

Nessun commento:

Posta un commento

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...