(video segnalato da Stefano Gianesini)
Il presepe di
Scurelle è stato scelto dal Vaticano per il Natale 2019 e verrà
allestito in piazza San Pietro. Il presepe - secondo quanto riporta una
nota - è stato realizzato nell'arco di 20 anni dal comitato «Amici del
presepio e recupero tradizioni locali» di Scurelle, con il contributo di
buona parte dei residenti dell'abitato e delle associazioni locali.
Le statue, che restituiscono uno spaccato della vita in Trentino da
inizio Novecento, sono state realizzate in legno a grandezza naturale.
La realizzazione del presepe è stata curata dal Comitato presieduto da
Ivo Tomaselli e da circa 70 volontari.
L'arrivo del presepe di Scurelle in Vaticano segue la donazione del
grande albero per piazza San Pietro da parte dell'abitato trentino,
avvenuta nel 2016. L'inaugurazione del Presepe in piazza San Pietro
avverrà nel pomeriggio del 5 dicembre alla presenza di una delegazione
dal Trentino.
giornaledeltrentino
LA DONNA CHE FILA CON LA RODA
Filare era una delle tante attività svolte dalle donne della Valsugana. Nel contesto rurale, la componente femminile del paese giocò sempre un ruolo fondamentale nell’economia, non solo domestica. Con i mariti impegnati come venditori itineranti d’inverno e boscaioli d’estate, alle mogli toccavano infatti la cura dei figli, la preparazione dei pasti e tanti lavori legati alla gestione degli animali e della campagna.
giornaledeltrentino
LA DONNA CHE FILA CON LA RODA
Filare era una delle tante attività svolte dalle donne della Valsugana. Nel contesto rurale, la componente femminile del paese giocò sempre un ruolo fondamentale nell’economia, non solo domestica. Con i mariti impegnati come venditori itineranti d’inverno e boscaioli d’estate, alle mogli toccavano infatti la cura dei figli, la preparazione dei pasti e tanti lavori legati alla gestione degli animali e della campagna.
LA PASTORELLA SEDUTA SULLA ZOCCA
La pastorella è una figura tipica del presepe, ma anche delle valli del Lagorai. Qui la vediamo seduta sulla zocca di un cirmolo sradicato dal vento chissà quanto tempo fa, lassù, nei boschi più alti della Val Campelle. Il tronco nel corso degli anni è marcito, ma le radici ripulite dagli eventi atmosferici, hanno resistito. Il tempo ha modellato la pianta e la neve che qui rimane fino a maggio inoltrato, l’ha conservata per moltissimi inverni. La Natura, a volte violenta, in questo caso ha compiuto un’opera d’arte. La pastorella rappresenta la forza discreta delle popolazioni di montagna, abituate a convivere in pace con lei, rimboccandosi le maniche di fronte alle calamità e riciclando quante più risorse possibili per non alternarne l’equilibrio.
LA BAMBINA CON LA PIGNA
La pigna che tiene in mano questa bambina non è, come si potrebbe pensare, il frutto del pino o dell’abete, ma un attrezzo tipico che serviva per montare la panna e preparare il burro di malga. Composto da un lungo stelo chiuso in una botticella, serviva anche per fare il mezzo batù, una deliziosa crema di latte, spesso l’unico dolce che i bambini potevano permettersi in campagna.
LA DONNA DELLA POLENTA
La polenta è l’alimento simbolo delle società contadine del nord Italia. Ricavata rimestando in un paiolo di rame acqua, sale e farina gialla di mais, era accompagnata da un pezzetto di formaggio o salame. Spesso, nelle dimore più umili, veniva mangiata anche da sola. Per questo la donna che la versa sul tajero, un tabiello di legno largo e tondo, per metterla in tavola, non poteva mancare nel presepe.
leggo queste pagine sempre con grande piacere e commozione .ricordano a noi tutti come era la vita nel tempo passato ad insegnamento.
RispondiEliminami si apre il cuore quando vedo le foto della Valdastico, con le sue ombre lunghe e gli squarci di luce cristallina , con le sue acque e con tante Anime che fanno rivivere il territorio con passione e amore.
Bravi tutti.