... Non vendeva scarpe, scatole o scartoffie,
non si occupava di biciclette o di motorette, non vendeva macchine,
case e non procurava affitti, lui per mestiere vendeva diritti.
Aveva
una bottega di quelle un po’ antiche, misteriose dove c’erano
scaffali e scaffali pieni di cose: c’erano diritti a forma di
chiave, a forma di ombrello; c’erano diritti per tutto, per questo
e per quello.
Una signora volle comprare per il suo nipotino il diritto a restare per sempre bambino; un mese fa un tizio ha voluto comprare il diritto a tenersi un vizio: non voleva smettere di fumare e così ora non solo non ha rimediato, si è addirittura autorizzato.
Una signora volle comprare per il suo nipotino il diritto a restare per sempre bambino; un mese fa un tizio ha voluto comprare il diritto a tenersi un vizio: non voleva smettere di fumare e così ora non solo non ha rimediato, si è addirittura autorizzato.
La coppia di giovani sposi ha acquistato il diritto a essere sempre
felici, mia nonna il diritto a invecchiare da sola e il signore del
quarto piano ha comprato il diritto ad amare un amore lontano.
La
signora che abita in città ha comprato il diritto a indossare
vestiti color lillà, mentre suo marito ha preso per sé il diritto a
dire di no solo col dito. Mio cugino è andato in bottega e ha
acquistato il diritto a dire ogni tanto: chissenefrega. Mia mamma è
passata in negozio a curiosare e ha chiesto lì per lì il diritto di
stirare solo il giovedì. Il mio amico Giuseppone ha acquistato senza
affanni il diritto di giocare ancora a pallone, anche se ha 50 anni.
La mia amica Roberta si è fatta un regalo piuttosto azzardato: ha
ordinato il diritto a cambiare ogni mese fidanzato. E ancora:
qualcuno ha trovato il diritto a mangiare ogni giorno il gelato,
qualcun altro di più esperto ha cercato per sé il diritto di dire:
non se sono poi così certo. Due fratelli, un martedì, hanno
comprato in coppia il diritto di dire no e di dire sì. Un tale della
Val di Susa ha pescato il diritto a chiedere scusa, una bella ragazza
che veniva dal mare ha comprato il diritto di dire: non mi toccare.
E’ passata persino Cappuccetto Rosso, ha chiesto il diritto di
attraversare ancora il bosco. Il principe azzurro è venuto di corsa,
ha comprato il diritto a essere marrone e lo ha messo nella borsa. Il
re del Madagascar ha comprato il diritto di sbagliar, la regina di
Inghilterra ha preso un dirittino a forma di pochette: è il diritto
di andare alla toilette. E ci sono diritti speciali per tutti, il
diritto a essere belli e il diritto a essere brutti.
E il venditore cosa fa? Sceglie una cosa che fa al caso di quel diritto, poi prende un foglio di pergamena e compila una specie di editto:
“Dal giorno tal tale
il signor tal dei tali
è autorizzato a …”
Ecco fatto, oplà. Consegna permessi, vieta divieti e così tutte le persone escono dalla bottega con in tasca una bella autorizzazione. I prezzi sono convenienti, i clienti si portano a casa tre diritti speciali al costo, che so, di un paio di stivali? Meno. Di un paio di occhiali.? Meno ancora. Di un paio di carnevali? Di un paio di ali? Diciamo così, la spesa del cliente fa sempre rima con: niente. Anzi no: il nuovo diritto non deve calpestare il diritto altrui, se no poi son tempi bui.
L’altro giorno sono passato e ahimè ho trovato chiuso; sono rimasto un po’ deluso. Volevo comprare solo per me il diritto di scrivere di chissache. La bottega è serrata, la serranda è abbassata. Sarà andato in vacanza? A fare una passeggiata? Un giretto al mare, al lago, ad Alberobello. Si sarà comprato un castello? Ma poi ho guardato bene e ho visto che c’era un cartello: chiuso definitivamente. E sotto c’era un’altra frase: ricordiamo a ogni cliente che il diritto a vivere come si vuole non costa niente. E che ogni altro diritto fondamentale, come il diritto di respirare, di vivere, di giocare, di essere diverso, di esprimersi, di parlare, di avere una casa e qualcuno da amare. Ecco, quelli sono diritti naturali come avere un nome, avere una mano. Sono diritti di ogni essere umano. Non si devono pagare, sono gratuiti come il cielo e il mare. E per questo non c’è bisogno di una bottega, di un negozio, di un venditore, per quello basta sentire che qui, qui, qui, sta battendo un cuore. E dunque, coraggio, dice ancora il cartello: il tuo venditore di diritti speciali sei tu, questo è il bello. Apri la voce, pronuncia l’editto: da oggi hai diritto ad avere diritto! E tu? Conta fino a tre: che diritto desideri tutto per te?
(Luca Chieregato – “Il venditore di diritti“)
*scritta per il trentesimo anniversario della Convenzione Internazionale ONU per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
E il venditore cosa fa? Sceglie una cosa che fa al caso di quel diritto, poi prende un foglio di pergamena e compila una specie di editto:
“Dal giorno tal tale
il signor tal dei tali
è autorizzato a …”
Ecco fatto, oplà. Consegna permessi, vieta divieti e così tutte le persone escono dalla bottega con in tasca una bella autorizzazione. I prezzi sono convenienti, i clienti si portano a casa tre diritti speciali al costo, che so, di un paio di stivali? Meno. Di un paio di occhiali.? Meno ancora. Di un paio di carnevali? Di un paio di ali? Diciamo così, la spesa del cliente fa sempre rima con: niente. Anzi no: il nuovo diritto non deve calpestare il diritto altrui, se no poi son tempi bui.
L’altro giorno sono passato e ahimè ho trovato chiuso; sono rimasto un po’ deluso. Volevo comprare solo per me il diritto di scrivere di chissache. La bottega è serrata, la serranda è abbassata. Sarà andato in vacanza? A fare una passeggiata? Un giretto al mare, al lago, ad Alberobello. Si sarà comprato un castello? Ma poi ho guardato bene e ho visto che c’era un cartello: chiuso definitivamente. E sotto c’era un’altra frase: ricordiamo a ogni cliente che il diritto a vivere come si vuole non costa niente. E che ogni altro diritto fondamentale, come il diritto di respirare, di vivere, di giocare, di essere diverso, di esprimersi, di parlare, di avere una casa e qualcuno da amare. Ecco, quelli sono diritti naturali come avere un nome, avere una mano. Sono diritti di ogni essere umano. Non si devono pagare, sono gratuiti come il cielo e il mare. E per questo non c’è bisogno di una bottega, di un negozio, di un venditore, per quello basta sentire che qui, qui, qui, sta battendo un cuore. E dunque, coraggio, dice ancora il cartello: il tuo venditore di diritti speciali sei tu, questo è il bello. Apri la voce, pronuncia l’editto: da oggi hai diritto ad avere diritto! E tu? Conta fino a tre: che diritto desideri tutto per te?
(Luca Chieregato – “Il venditore di diritti“)
*scritta per il trentesimo anniversario della Convenzione Internazionale ONU per i Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Nessun commento:
Posta un commento