L’albero di Natale che la Comunità di Rotzo, Pedescala e S. Pietro ha donato al Papa, è finalmente in viaggio per la sua ultima destinazione, verso quella città e quella piazza che rappresentano il centro della cristianità nel mondo. Il primo sentimento che riteniamo giusto esprimere è la gratitudine profonda verso tutte le persone che in questi mesi si sono prodigati per portare a termine l’iniziativa. È stato un lavoro complesso e impegnativo, molto più di quanto possa apparire all’esterno. Nonostante la bontà dell’iniziativa le critiche non sono mancate, a conferma di quanto sia difficile, oggi, impegnarsi per la propria comunità; nel perseguire il bene comune, infatti, si deve anche mettere in conto l’incomprensione e l’ingratitudine della gente. Amaramente constatiamo, leggendo certi commenti rabbiosi e offensivi, non solo su questo ma anche su altri argomenti, quanto la nostra società stia diventando cattiva e disumana. Mi chiedo, inoltre, quanto abbia contribuito al degrado dei valori una televisione come quella di cui ci nutriamo ogni giorno: uno strumento di comunicazione che ha rinunciato da tempo, purtroppo, al proprio ruolo educativo, proponendo invece come modello lo scontro fra le persone, in varie forme e spesso in totale assenza di regole, dove tutti possono criticare tutto e in qualunque modo, interrompendo e sormontando gli altri, alterando e alzando il tono di voce e arrivando frequentemente all’offesa; con uno studio televisivo che fa da anfiteatro ai novelli gladiatori e parteggia per l’uno o l’altro contendente, quasi aizzandoli contro e godendo dell’esasperazione dei toni, perché così è richiesto se si vuole aumentare l’audience. Facebook ricalca esattamente questo schema: non sempre e non dappertutto, ovviamente, ma sono tante le persone che portano in rete il proprio disagio personale. Dato che la politica dal canto suo non brilla certo per i toni pacati e civili di chi la rappresenta, è naturale che l’esempio dato dall’alto contagi, inquini e avveleni tutto il resto; approfondire e riflettere non è più di moda, l’importante è gridare la propria opinione, anche senza conoscere nulla sull’argomento trattato.
Per quanto riguarda il nostro albero, notiamo con soddisfazione, invece, come forse mai nel passato ci sia stato un concorso di così tante persone unite e solidali nel perseguire un obiettivo: privati cittadini, volontari, ditte che operano nel settore boschivo, nell’edilizia e nei trasporti, mezzi e personale dell’esercito, enti e autorità religiose e civili. Se per qualche autorità coinvolta, proprio in funzione della carica ricoperta, la collaborazione è almeno in parte scontata, sottolineiamo ancora una volta il preziosissimo apporto dei volontari per l’aiuto offerto. Con un’aggiunta importante: nel novero dei volontari entrano questa volta anche tutte le ditte coinvolte nelle operazioni, in quanto nessuna ha richiesto un compenso per le proprie prestazioni. Un esempio di collaborazione che indubbiamente riaccende la speranza e ci riconcilia col mondo.
Questo è l'abete che rappresenta tutti quelli caduti nella tempesta, rappresenta il nostro territorio così caro a chi è venuto prima di noi ne sono orgogliosa, ma penso che sia impossibile capirlo per chi non lo ama veramente e vede solo una pianta tagliata. GRAZIE di cuore a tutti.
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