giovedì 14 novembre 2019

La fornèla di Rita

Nelle nostre case di una volta, c’erano poche cose, cose essenziali: un tavolo con le sedie, una credenza con i vetri smerigliati, un fornello a gas, (el gas) un grande lavatoio di pietra (el seciaro), un appendino, di solito sulla finestra, con un piccolo specchio, i pettini e una spazzola per ripulire sommariamente una giacca. C’era poi il cuore della casa, un cuore che scaldava, illuminava, sbuffava o fischiava, aveva persino una sua “voce”… la fornèla
La stufa, (la fornèla), presente in ogni cucina, era più di un suppellettile, ben più di un arredo, era un’insostituibile compagna di ogni giorno, alla quale si attribuiva quasi un’anima, o almeno, appunto un cuore! Rita aveva una passione, un’amicizia fraterna, una complice confidenza con la sua fornèla!
Questa aveva una grande piastra sulla quale si poteva cuocere il cibo, preparare un caffè, abbrustolire le castagne in autunno, o scaldare il ferro da stiro! Sì, sulla fornèla, molto spesso, albergava un vecchio ferro da stiro, pronto per ogni improbabile stiratura, forse non raffinata, ma comunque efficace! Vicino alla piastra una vasca, sempre piena di acqua bollente!
La fornèla di Rita aveva anche un grande forno dentro il quale poteva trovare posto, in momenti alterni, una torta impastata velocemente con farina, il giusto lievito, due uova, un po’ di burro, o la legna umida che vi soggiornava poche ore prima di passare nella vicina camera di combustione. Il forno era fondamentale anche per riscaldare i miei piedi quando, in inverno, la neve bagnava gli scarponi e le grosse calze di lana e i piedi si irrigidivano, si congelavano colorandosi del doloroso colore viola dei geloni (le bugànse!).
Sotto la camera di combustione dove bruciavano, scoppiettavano, schiantavano i ciocchi di legna raccolti durante l’estate, c’era il contenitore per la cenere e vicino ad esso, sotto al forno, un altro forno, sempre tiepido dove spesso venivano poste le ciabatte per essere poi calzate, calde ed accoglienti!
Più volte l’anno, ma sempre il 4 dicembre, giorno di Santa Barbara protettrice dei Vigili del Fuoco e di tutti coloro che col fuoco hanno a che fare, “patrona” della fornèla appunto, Rita spalmava la piastra ferrosa e un po’ arrugginita della sua fornèla con una sorta di patina grigiastra “el cromo” che, lucidata, rendeva la fornela lustra e splendente, come fosse d’argento!
Ma venne il giorno, triste giorno, in cui si rese necessario cambiare la “fornèla”... Dopo un lungo servizio, per anni e anni, dopo aver ridotto in cenere montagne di legna, dopo aver scaldato la casa e l’anima delle Persone che vi abitavano, la “fornèla” fu sostituita da una nuova compagna, un po’ più moderna e, forse, anche meno viva, più oggetto e meno “anima della casa”!
Ma Rita non riuscì a sbarazzarsi della “sua vecchia fornèla”! Non poteva certo rinnegarla caricandola su un camion tra i ferri vecchi! Così la “sua fornèla” trovò posto in un ripostiglio di una vecchia casa vuota, vicino alla sua, e lei continuò, per anni, a tenerla lucida di cromo il giorno di Santa Barbara. 
In estate, tra i cerchi della piastra, poneva un vaso di gerani; in inverno metteva nella vuota vasca dell’acqua, una rossa ghirlanda di bacche di rosa canina!
Lucio Spagnolo

Nessun commento:

Posta un commento

Girovagando

  Il passo internazionale “Los Libertadores”, conosciuto anche come Cristo Redentore, è una delle rotte più spettacolari che collegano l...