martedì 10 aprile 2018

Ricordi...

“La stalla dove si dormiva era calda perché quasi tutta sotto terra, e poi la grande stufa veniva alimentata con il carbone che raccoglievamo lungo la ferrovia e che i fuochisti lasciavano cadere perché impietositi della nostra miseria. Anche dalle tradotte militari che andavano al fronte verso Leningrado cadeva qualcosa perché i cuochi dei soldati, nel vederci così malandati, esposti alle intemperie, cupi, certe volte facevano rotolare dalle scarpate, rape, patate e cavoli che scartavano dal vagone cucina”.
Ma c’è anche il rovescio: “Ogni tre giorni, puntuale e veloce, passava un treno tutto lucido, con vagoni letto e vagoni ristorante. Vedevamo come in un sogno passare tra le luci accese signore ingioiellate e con vestiti leggeri, ufficiali carichi di decorazioni sopra le ordinatissime divise, camerieri in giacca bianca e alamari d’oro che servivano cibi e bevande sopra candide tovaglie. Ma da questo treno mai non cadde una cicca o un pezzo di pane”.

Mario Rigoni Stern

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