martedì 18 agosto 2015
Poesia
Ho paura, e non so di che:
non di quello che mi viene incontro, no,
perché in quello spero e confido.
Del tempo ho paura,
del tempo che fugge così in fretta.
Fugge? No, non fugge, e nemmeno vola:
scivola, dilaga, scompare, come la rena
che dal pugno chiuso filtra giù attraverso le dita,
e non lascia sul palmo che un senso spiacevole di vuoto.
Ma, come della rena restano,
nelle rughe della pelle dei granelli sparsi,
così anche del tempo che passa
resta a noi la traccia.
Forse è perché quella rimasta in me
è quasi completamente lieta,
forse perché, se pure alcunché di doloroso o di violento
è passato nella mia vita tranquilla,
io ho vissuto intensamente,
godendo quasi delle mie stesse sofferenze,
esultante per la gioia di poter vivere dentro di me,
di sentirmi dentro,
chiusa come in uno scrigno,
un’anima, un’anima palpitante, ridente,
nostalgica, appassionata;
è forse per questa piena di sentimenti,
per cui in una giornata soffro e godo
ciò che apparentemente si può soffrire e godere
in tutta un’esistenza,
che rimpiango il passato,
che adoro il presente,
che non desidero l’avvenire…
perchè sono contenta di essere io,
con i miei difetti e con le mie poche virtù,
perchè non so se in avvenire
potrò essere ancora così.
Antonia Pozzi
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