giovedì 27 agosto 2015

Alto Vicentino. Uno o due profughi ogni mille abitanti verso il sì. La firma in settimana


Uno o al massimo due profughi ogni mille abitanti, con le Parrocchie che collaborano e famiglie volontarie che si mettono a disposizione per ospitare i profughi.
I Sindaci dell’Alto Vicentino non abbassano la guardia e sono sempre più decisi a trovare con il Prefetto di Vicenza un accordo, sul quale apporre le firme, per controllare l’emergenza profughi ponendo dei limiti numerici e gestendone l’organizzazione.
Ieri un altro incontro a Santorso, Comune capofila e promotore della ‘versione Alto Vicentino’ del progetto Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).
28 le amministrazioni comunali presenti che si sono riunite ‘a casa’ di Franco Balzi con il Vice Prefetto Vicario Massimo Marchesiello per portare avanti un discorso iniziato nei mesi scorsi e destinato a trovare soluzione probabilmente già entro la settimana.
Il ‘Protocollo d’intesa per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo e rifugiati nella Provincia di Vicenza’ così com’era stato previsto all’inizio, con un profugo assegnato a ogni Comune firmatario ogni sue mille abitanti, sarà leggermente modificato.
La base rimane, ma i migranti potrebbero essere due (al massimo) ogni mille cittadini, perché le previsioni degli sbarchi lasciano intuire numeri importanti anche nei prossimi mesi e come aveva annunciato il Prefetto Eugenio Soldà una paio di settimane fa “Sarà un autunno caldo”.
Ed è proprio per questo che i Sindaci dell’Ulss 4 vogliono avere certezze, per organizzare un’accoglienza condivisa  e non trovarsi a dover agire in una situazione di emergenza che non porterebbe niente di buono per i Comuni, i loro abitanti, e gli stranieri stessi.
Nel documento sarà scritto a chiare lettere che i Comuni che aderiranno (al momento dei 32 dell’Alto Vicentino, una ampia maggioranza ha preannunciato l’adesione) saranno al centro del potere decisionale e già questa è una novità.
Saranno proprio gli amministratori locali a sedersi a tavola con il Prefetto per decidere i termini dello smistamento, destinare le strutture di accoglienza diffusa (piccole e sparse nel territorio, per 3 o 4 migranti per zona, al fine di evitare l’effetto ghetto) e stabilire come impiegare le persone destinate a rimanere per qualche tempo nel territorio.
“Abbiamo chiesto anche l’intervento delle Parrocchie – ha spiegato Franco Balzi – Inoltre, le cooperative che si occupano dei profughi potranno collaborare con famiglie che si offrono volontariamente per ospitare dei migranti. Visto che opporsi all’accoglienza è inutile perché viene imposta dall’alto, la base del nostro accordo è arginare l’impatto e rendere l’emergenza meno drammatica. Chiediamo alla Prefettura di collaborare con un numero sostenibile di profughi per ogni Comune – ha continuato – di mettere i Sindaci ‘a capo’ della gestione dell’accoglienza nei loro Comuni, di elaborare strategie condivise e fare fronte comune al problema. Dovremmo riuscire a firmare in settimana. Vogliamo che gli stranieri vengano accolti in modo ‘diffuso’, cioè in piccole strutture che ne permettano l’individuazione e l’integrazione e che evitino l’effetto ghetto. La sicurezza deve rimanere una garanzia – ha concluso – e per ottenere tutto questo, la collaborazione del territorio è fondamentale”.
Anna Bianchini-Thieneonline

Non hanno organizzato blocchi o manifestazioni, ma i membri del comitato no-profughi ‘Prima Noi’ non sono rimasti con le mani in mano davanti di fronte all’incontro-accordo tra Sindaci e Vice Prefetto e davanti all’accoglienza dei migranti a Valli del Pasubio.
L’accordo che prevede un tetto massimo di due profughi ogni mille abitante per tutti (o quasi) i Comuni dell’Alto Vicentino è in fase di ok definitivo entro la settimana. E a Valli, il Sindaco Armando Cunegato ha dato il benestare per ospitarne 15 in contrada Corzati, accordandosi con la cooperativa che gestisce ‘i ragazzi’ e mettendo come punto fermo per l’accoglienza il fatto che dovranno svolgere lavori utili per il Comune, altrimenti ‘via’.
Secondo il comitato, che ha sottoscritto un comunicato, “Il sindaco di Valli del Pasubio mente sapendo di mentire quando afferma che li allontanerà se non accettano di lavorare. In realtà sa bene che la legge prevede che queste persone in quanto richiedenti asilo non hanno nessun dovere in tal senso – e allarga poi la protesta a tutti i primi cittadini coinvolti nella rete d’accoglienza – Siamo alla farsa tragicomica di Sindaci piegati agli interessi del business dell’accoglienza obbligati a cercare dei palliativi funzionali ad arginare in qualche modo il malcontento generale della popolazione verso l’assurda gestione del fenomeno”.
Cioni e alcuni membri del comitato sono andati in contrada Corzati a raccogliere opinioni.
“In generale gli abitanti non sono favorevoli alla presenza degli immigrati – spiegano nel comunicato – c’è chi lo manifesta con toni accesi o chi con toni più moderati, ma in ogni caso il sentimento espresso è di un generale dissenso verso l’accoglienza dei profughi. E’ stato qui che alcuni dei residenti contattati da Prima Noi ci hanno ricordato quando altri profughi mesi fa sono stati portati in contrada e poi allontanati dalla struttura grazie ad una petizione promossa dagli stessi abitanti”.
Secondo il Comitato il quadro che emerge in modo chiaro è identico in ogni paese. “Il senso di insicurezza che si instaura nelle comunità che si ritrovano a dover convivere con questi ragazzi africani è un dato oggettivo difficilmente manipolabile nonostante la propaganda di quei Sindaci che ne favoriscono la permanenza. In contrada Corzati, alcuni abitanti ci hanno detto di essere abituati a lasciare le porte aperte, ma di doverle ora  chiudere a chiave anche per allontanarsi pochi metri. Inoltre –continua Cioni come portavoce del gruppo – Alcuni valligiani si sono lamentati perché nella vecchia scuola è stata installata un’antenna per favorire i collegamenti telefonici e via internet per gli stranieri”.
PrimaNoi sostiene che nel Comune di Valli del Pasubio sono presenti dai 50 ai 60 profughi, il che “è la dimostrazione palese della inutilità del documento che dovrebbe stabilire la regola di uno ogni mille abitanti”.
I cittadini riuniti nel Comitato ribadiscono di essere pronti a manifestare il proprio disappunto rimanendo in contatto con i residenti per presentare un’ulteriore petizione finalizzata all’allontanamento dei profughi. Annunciano inoltre che mercoledì sera ci sarà un incontro a Thiene alle 20.45 al pub New Hosterly per una “condivisione di idee e proposte con chi condivide la necessità e l’urgenza di stabilire forme di mobilitazioni sempre più pressanti per creare le condizioni politiche necessarie utili a far comprendere ai governanti che non siamo più disposti ad accettare scelte dissennate calate dall’alto come quelle sull’immigrazione”.

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