giovedì 27 agosto 2015

La permacultura

Sviluppata in Australia nel 1978 come modello di agricoltura sostenibile, la permacultura (dall’inglese ‘permanent agriculture’) è un’ insieme di pratiche agronomiche atte a progettare ambienti umani simili agli ecosistemi naturali. Gli inventori di questa particolarissima disciplina sono lo scienziato naturalista Bill Mollison e l’agronomo David Holmgren.
Il principio fondamentale della permacultura consiste nella convinzione che applicando in maniera etica e responsabile i metodi ecologici nei sistemi produttivi agricoli, si possa ricreare quell’equilibrio perfetto tra uomo e natura indispensabile alla vita stessa. In altre parole, la permacultura punta a dimostrare che la sopravvivenza umana è strettamente legata ad un tipo di agricoltura in grado di durare nel tempo, con un impatto ambientale quasi prossimo allo zero.
Una teoria che può essere applicata a piccole o grandi realtà agricole, a cominciare dal balcone di casa o dall’orto domestico, per finire alle grandi aree naturali, agli insediamenti rurali, ai centri urbani ed ai villaggi.
La teoria sviluppata da Mollison e Homlegren si è sempre basdata sulla coltivazione consociata di alberi perenniarbusti, erbacee, funghi e tuberi. Ma dal momento che l’autosufficienza alimentare non può essere garantita senza l’accesso alla terra, ben presto i due scienziati iniziarono ad occuparsi anche di strategie legate all’acquisizione delle terre, strutture contrattuali e di autofinanziamento. È in questo modo che la permacultura è diventata a tutti gli effetti un sistema umano globale.
Sono molte le accademie nate in tutta Europa per applicare e sviluppare i principi della permacultura; tra esse, la più importante si trova in Inghilterra e conta oltre 900 membri.
Obiettivo fondamentale della permacultura, dunque, è la gestione etica della terra, nonché la conciliazione fra l’ambiente naturale e quello antropizzato. Una chimera? Forse, ma l’idea di ‘imitare’ la natura per ricreare quei meccanismi produttivi capaci di coprire le esigenze alimentari umane non sembra poi così utopistica.

1 commento:

  1. Ritornare ad un equilibrio perfetto tra natura e uomo... Certi produttori lo stanno cercando con l'agricoltura biologica e, meglio ancora, quella biodinamica. In quest'ultima ci mettono anche il lato "Cosmo". Non ridete : è in costante sviluppo, se prendiamo l'esempio del vino, i più grandi, in Francia, ne sono adepti. "Il Romanée-Conti si è convertito interamente dal 2007, il Château Pontet-Canet a Pauillac o ancora La Vieille Julienne ed il suo Chateauneuf-du-Pape. Ma è in Alsazia che troviamo i punti di riferimenti in materia di biodinamica.
    Vi consiglio questo link per + informazioni :
    http://www.movimentosereno.it/qual%E2%80%99e-la-differenza-tra-agricoltura-biologica-e-biodinamica/

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