mercoledì 1 maggio 2024

Filosofia, cultura e...


Il primo maggio? Festeggiare il primo maggio è un insulto alla nostra intelligenza! 

Proprio ieri ho letto l’ennesimo articolo contro i giovani: i giovani sono smidollati, non vogliono lavorare! Ecco, vi ricordate le parole di Alessandro Borghese e di Flavio Briatore? Gli stagisti, a detta di questi personaggi che vivono in pianta stabile nei salotti televisivi, non devono pretendere di essere pagati. Lavorate, ma fatelo gratis, è questo il succo del loro discorso. 

Ecco, io non ne posso più, non esito a dirlo: non ne posso più di quelli che dicono «i giovani non hanno voglia di lavorare», corollario di «la gente non trova lavoro perché non vuol fare sacrifici»!  Non ne posso più dei padroni figli di padroni che dicono a figli degli operai che «la cultura non serve a nulla , non incoraggiate i ragazzi negli studi.» Nessuno è più detestabile di coloro che, quanto più ti ingannano, tanto più fanno in modo di sembrare uomini onesti! 

Non ne posso di leggere storie come quella della «bidella pendolare che dichiara di essere felice di passare otto ore al giorno su un treno Milano - Napoli», o quella del «rider altrettanto felice di percorre cinquanta chilometri in bicicletta per consegnare un panino». Non ne posso più di sentir parlare di questa benedetta resilienza, di una società che confonde «diritto» con «privilegio», di una società che ha creato il mito della sfruttamento, che ha legittimato lo sfruttamento e ne ha fatto un’arte.

Ma sapete cosa mi fa davvero rabbia? Che in tutta questa storia sono sempre loro, i Briatore di oggi e di ieri, ad essere al centro dei riflettori. Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell'istruzione. Ma la nostra società non premia il merito, semmai tarpa le ali al talento e a chi ha sogni e ambizioni; non investe nell’istruzione, l’ultima ruota del carro in un paese che non crede più nella scuola, e certamente non punisce i mascalzoni. E allora vi domando: è una società sana secondo voi? E soprattutto: ha senso festeggiare il primo maggio, quando il nostro non è un paese fondato sul lavoro, ma sullo sfruttamento, i privilegi e i favori?

Perché io non ci sto più! 

G. Middei

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