sabato 9 luglio 2022

Racconti

 



La strada dal mio orecchio al tuo cuore

Quando il sole tramontava sulle ultime case del piccolo borgo, estate o inverno, le luci dei cuori restavano accese tra le piccole vie profumate di lavanda e mentuccia. Dopo il mese delle rose, iniziava quello del fieno e dell'erba medica ed in ogni luogo il profumo accompagnava il sonno di tutti gli abitanti. Tutti ricordavano una storia di magia e di amore ed i poi giovani la ricordavano la sera, spesso, nelle notti piene di stelle. Si dice che tra le tante strade del piccolo borgo, ne fu costruita una con il solo lavoro del cuore e della memoria: senza muretti a secco e papaveri, come la strada che intrecciava fino alla chiesa le vie; senza la staccionata di legno costeggiata dalle spighe di grano che accompagnava i viandanti ai campi e senza le viole e le margherite che a primavera segnavano il cammino ai baci nascosti. La strada costruita dal cuore profumava di notte e di giorno, era abbracciata dal sole o dalla luna ed anche di notte poteva sempre essere percorsa, perchè i battiti la illuminavano e come i rintocchi delle campane non la rendevano introvabile. Era stata costruita perché fosse battuta dalle lucciole prima che dai passi di chi si amava, pioveva rugiada quando le giornate erano aride e non esisteva il tempo su quella strada: si poteva tornare a ció che il cuore voleva vivere e sentire in un piccolo istante, bastava solo amare. Ed a disegnare con il cuore la strada magica,  tutti dicono, fosse stato qualcuno che era vissuto in quei luoghi, forse una donna. Qualcuno l'aveva vista immobile respirare il profumo delle vigne e danzare con le farfalle e poi ,anche lei come loro, chiudere le ali e posarsi sull'erba. Ed allora un giorno si era sdraiava sul profumo del fieno e nello stesso momento aveva posto una mano a chiudere il suo orecchio e l'altra sul suo cuore. Era nata la strada degli amori che non finiscono mai. Era il suo modo per avvicinare  chi in quel momento le era lontano. Chiudeva gli occhi mentre il sole tramontava. Per chi passava e la vedeva distesa in mezzo al vento e sotto le rondini, quella sagoma avvolta dal sole aveva solo il sorriso che aspettava la luna. Ma quella strada disegnata dalle mani portava al suo orecchio i suoni lontani. Erano passi, risate, volate di vento, suoni di baci, mani al cielo, canti di rondini e ricordi di voci, tocchi leggeri e notti di luna. Erano parole sotto il cielo e dentro il bosco, grilli che nascondevano sotto il loro canto promesse e battiti di cuore. Cadevano le stelle sull'erba che sapeva di estate e piccoli grammi di quella polvere svegliavano le fate che esaudivano i desideri. E si dice che fosse necessario solamente mettere una mano sul cuore ed una sull'orecchio per avvicinare chi si amava ancora e far tornare presente il passato. Provarono tutti nel borgo, nell'estate in cui la storia si diffuse e tutti coloro che vivevano nei borghi vicini furono pronti a giurare che in quei mesi caldi e pieni di luce i battiti dei cuori innamorati riempirono la valle più del suono delle campane nelle domeniche di festa e dei grilli e furono più veloci del pulsare leggero delle stelle.

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