All’inaugurazione della nuova ala del museo della Grande Guerra di Canove, lo scorso 8 luglio, fra i vari figuranti presenti - e che spesso accompagnano queste cerimonie - spiccava per originalità la figura di un’ufficiale donna in divisa da alpino. A prima vista sembrava una simpatica macchietta messa lì per attirare simpatia e curiosità, con quel suo sguardo fiero e vispo. Di certo, così pensavamo in molti, tale ricostruzione non può corrispondere ad una reale figura di soldato, dal momento che in quell’immane conflitto il ruolo delle donne era limitato alle crocerossine, con il loro lungo camice bianco, per niente simile ad una divisa militare. Invece ci sbagliavamo e non di poco. Quella raffigurata è la divisa di un ufficiale medico donna, una delle quaranta circa che hanno operato nei vari fronti di guerra italiani fra il 1915 e il 1918. La più famosa di loro è stata senz’altro Maria Montessori, che prima di raggiungere fama e notorietà come educatrice e pedagogista ha prestato servizio quale tenente medico negli ospedali militari di prima linea. La figura che avevamo di fronte, più in particolare, si rifà al tenente Maria Pedrari, un medico e chirurgo che avendo prestato servizio sul fronte della Carnia, in mezzo agli Alpini, fu dagli stessi omaggiata del loro inconfondibile cappello. Solo il fregio era diverso, non riportava più l’aquila che artiglia i fucili o i cannoni, a seconda della specialità, ma lo stemma di Sanità.
venerdì 15 luglio 2022
Inaugurazione nuova ala del museo della GG di Canove
A quell’epoca il ruolo della donna era relegato al focolare domestico e concepito come subalterno al maschio. Conquistare una laurea, entrare nell’esercito con il grado di ufficiali, acquisire prestigio e potere, presupponeva certamente una famiglia agiata alle spalle, almeno per quanto riguarda la possibilità di studiare, ma richiedeva anche un carattere forgiato con il migliore acciaio, duro e tagliente come i bisturi che ogni giorno impugnavano.
[biblioteca civica di Rotzo]
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