Ogni giorno, transitando vicino al
parco giochi di Pedescala, non posso fare a meno di rivedere quello
che si è svolto in quel luogo in occasione della festa ormai
passata, de “Il gusto di coltivare”.
Rivedo le luci e i fuochi
del sabato sera, il vociare allegro della gente, la musica, il cibo,
la gioia di tanti bambini durante lo spettacolo: ingredienti semplici
per una serata d’autunno.
Poi la domenica, dove alla luce del nuovo
giorno, abbiamo potuto ammirare le varie ambientazioni preparate con
cura, il mercatino con prodotti tipici del luogo e dintorni, il
pranzo in compagnia preparato con passione, le varie attività
proposte per i bambini, la bella giornata che ha richiamato tanta
gente, per godere di questa occasione particolare per tante famiglie
che si sono ritrovate insieme e allegramente hanno trascorso ore
serene.
Il pensiero più grande va alle tante persone che hanno
lavorato prima, durante e dopo, perché tutto si svolgesse nel
migliore dei modi. Spesso si dà tutto per scontato, ma l’impegno
che c’è dietro a una qualsiasi manifestazione, ma specialmente per
quella di cui parlo, è tanto…
Portare le feste nella zona del parco
giochi è stata una scelta dovuta alla sicurezza che, sotto al
“Portègo” con la strada vicina, è impossibile avere: finita
una festa, il primo pensiero è quello che non sia successo nulla di
importante a questo riguardo. Questo spostarsi, ha impegnato ancora
di più le tante persone che hanno dedicato molto tempo ed energie,
con la certezza di andare verso una soluzione migliore. “Prima”
c’è tanto lavoro di programmazione, molta preparazione… poi
arriva il “durante” in cui tutto deve essere pronto e
funzionante e tutte le energie confluiscono insieme… poi giunge il
“dopo” che vede un continuo impegno per rimettere tutto a posto,
per riportare, riconsegnare, smontare: un altro grande lavoro che se
pur con uno stimolo diverso, deve essere fatto. In quest'occasione
è stato sperimentato un sistema per i numeri e la chiamata del cibo:
a ogni persona che prenotava il piatto veniva consegnato un dischetto
con il numero corrispondente, che al momento della chiamata, si
illuminava, suonava e vibrava. È stato quindi possibile spostarsi e
stare in compagnia, senza avere l’ansia dell’attesa del piatto e
quindi questo nuovo metodo ha avuto un effetto positivo sia per
l'organizzazione della cucina, sia per le tante persone che hanno
scoperto qualcosa di nuovo.
Anche per
accogliere la “Cuccagna” e i “Fratelli Sambugaro” c’è
stato bisogno di un gran lavoro: pulire il piazzale delle ex scuole e
creare un’ambientazione “montana” per lo spettacolo con le
motoseghe, ha portato via tanto tempo e molte energie. Dalla cucina,
alla cassa, dal gazebo al bar, dai capannoni a tutti gli
abbellimenti, dal sabato alla domenica, ogni cosa anche la più
piccola e semplice porta con sé impegno, lavoro, forze, fantasia,
creatività, ma più di tutto la convinzione che in molti si è
potuto realizzare qualcosa di piacevole sotto tanti aspetti. Senza
parlare del lavori nascosti, ma allo stesso modo preziosi… e sono
tanti! Chi ha aiutato PRIMA, chi DURANTE, chi DOPO… a tutti va un
grande GRAZIE, ma a chi si impegna costantemente e per ogni festa
c’è PRIMA, DURANTE e DOPO, va un immenso, enorme GRAZIE perché
con il loro lavoro sono di esempio alle giovani generazioni.
Quando una festa finisce, nel riporre
tante cose c’è un po’ di malinconia… ma si va avanti verso
un’altra stagione, verso altri momenti da condividere, con la
speranza che mai vengano a mancare le persone che con il loro
impegno, gli sforzi e la costanza, contribuiscono a tenere vivi i
nostri paesi.
Bravissimi tutti!💪💪👏👏👏👏
RispondiEliminaChe gratificante sentire grazie dopo non è da tutti!!!!!
RispondiEliminaUn grazie a tutti voi, che ci avete regalato una sagra di altri tempi. Siete spettacolari continuate cosi
RispondiEliminaMartarei o Stoner sempre al top
RispondiEliminaGrazie!È stato bello partecipare attivamente ad una festa così ben riuscita!
RispondiEliminaGiulia