C'era un tempo dove la cura era incentrata su preghiere, pozioni, riti.
Poi è nata la figura del guaritore del villaggio, ed infine il medico.
La progressione della conoscenza, con tutti i suoi vantaggi, ha lasciato
per strada l'empatia, l'ascolto, il tempo dedicato alla narrazione da
parte del paziente.
La "medicina narrativa" sta ritornando ad avere il suo spazio e la sua dignità.
Il tempo del racconto è un tempo importante e deve fare parte della cura.
È in questo tempo che si instaura fiducia, attenzione, pazienza e l'alleanza terapeutica tra medico e paziente.
Il tempo del racconto, dove le parole prendono forma, spazio e possono
dare voce a emozioni quali: dolori, paure, incertezze, e quindi
liberarle.
Un tempo in cui il raccontare e la cura con farmaci o rimedi, hanno il
loro posto e creano l'alleanza terapeutica, indispensabile per la
riuscita della cura.
Quando puoi, racconta.
Quando devi, racconta.
La parola è potente, ed è il primo mezzo di guarigione.
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