Ho trovato casualmente in rete quanto sotto vi riporto e subito ho pensato "alle Marògne di Casotto"...
Dalle scarne notizie che abbiamo mi pare che come data potrebbe corrispondere, o mi sto sbagliando?
Sentiamo chi ne sa qualcosa di più.
*§*§*§
II 3 Gennaio è stato l'anniversario del terribile terremoto di Verona del 1117, di grado 6,7 secondo la scala Richter e di almeno 8° grado secondo la scala Mercalli con epicentro non lontano da Verona, appunto, che sconvolse tutto il Nord Italia, causando la rovina di molti edifici d’età romana ed alto medievale tra Verona, Milano, Bergamo, Brescia, Vicenza, Venezia, Treviso, Padova, Modena, Pavia, Parma e Cremona, tanto che sarebbero stati stimati oltre 30.000 morti, in presenza di una popolazione pari a circa un decimo di quella d'inizio XXI secolo.
Verona, posta in prossimità dell'epicentro, fu rasa al suolo. Crollò anche un'ala dell'Arena e uno dei due ponti romani, il Ponte Postumio. Anche Cremona subì enormi danni, tanto che sarebbe stata valutata la possibilità di un doppio epicentro, anche se è certo che l'epicentro dei terremoti successivi a quello del 3 Gennaio si sarebbe comunque spostato in Lombardia, dove si sarebbero verificate forti repliche per tutto il 1117: il 12 Gennaio, il 4 Giugno, il 1º Luglio, il 1º Ottobre e il 30 Dicembre.
Secondo le testimonianze dell'epoca, il sisma sarebbe stato percepito fino a Montecassino, in Campania, e a Reims in Francia.
La ricostruzione sarebbe stata in quasi tutte le città rapida e frenetica, modificando, talvolta di molto, le piante urbane. Molte opere artistiche altomedievali furono perse per sempre, ma la ricostruzione avrebbe dato ampio spazio alla nuova arte bassomedievale.
Certo, non solo le marogne di Casotto ma anche quelle delle Carotte! In quell'occasione il percorso dell'Astico venne ostruito e si formo' un lago che arrivava fino a Ponteposta e Scalzeri.
RispondiEliminae infatti Carotte deriva da Cà (case) rotte
RispondiEliminaQuello del 3 gennaio del 1117 è stato il più forte terremoto dell’area padana di cui si abbia notizia , grazie agli annuari curati nei monasteri benedettini particolarmente diffusi in quell’epoca.
RispondiEliminaConsiderato che l’area interessata dal sisma era scarsamente abitata, perché caratterizzata da diffuse foreste e da ampie zone paludose, i 30 mila morti registrati e le montagne franate, anche quella in Val Posina, e in Vallagarina nei pressi di Rovereto, possono dare l’idea dell’immane catastrofe.
... mi sembra strano, dato l'evento sopracitato, ora , la nostra zona ,è classificata basso rischio sismico. Speriamo bene.
RispondiElimina