【Gianni
Spagnolo © 190129】
Il più antico elenco completo dei
capifamiglia di San Pietro, risale al 1578, data del verbale della vicinìa (assemblea dei capi famiglia) che ne deliberò a fusione con Rotzo. Da quel documento si ricava la lista
dei cognomi presenti in paese all'epoca (riprodotta in fondo).
Sarebbe più corretto parlare di patronimici (cioè appellativi riferiti al nome del padre), dato che siamo ancora agli inizi della loro trasformazione in cognome. Constatiamo che un paio di casati allora elencati,
quali i Facini/Facino e i Rezanini non sono arrivati fino ai giorni nostri.
A quel tempo il riconoscimento delle persone avveniva in riferimento al padre (figlio di ... ) e infatti buona parte dei cognomi paesani hanno origine patronimica: di Giovanni [Janese] (Gianesini); di Lorenzo* (Lorenzi); di Bertoldo* (Toldo); Di Bonifacio* (Bonifaci); di Luca (Luca/Lucca); di Alessio (Alessi).
A quel tempo il riconoscimento delle persone avveniva in riferimento al padre (figlio di ... ) e infatti buona parte dei cognomi paesani hanno origine patronimica: di Giovanni [Janese] (Gianesini); di Lorenzo* (Lorenzi); di Bertoldo* (Toldo); Di Bonifacio* (Bonifaci); di Luca (Luca/Lucca); di Alessio (Alessi).
Facino era un diffuso diminutivo
del nome di battesimo Bonifacio (dal latino Bonifatius
= colui che ha un buon destino); basti pensare ai numerosi cognomi: Faccio,
Facci e Faccin esistenti nella nostra
provincia e derivati da esso. Nei primi anni del secolo XV° a San Pietro
era attestato un Ser Facino de’ Toldo che era una persona importante della piccola comunità composta allora da una dozzina di famiglie. Non è inverosimile che i tre "Facini" della lista fossero pertanto ramificazioni del ceppo dei Toldo e che persino i Bonifaci siano riconducibili ad un comune e più remoto capostipite con loro. Non sarà un caso che nell'atto del 1578 il patronimico sia scritto al plurale: "de' Toldi", a significare che che era uno dei rami allora presenti e che questi si dichiaravano a loro discrezione non essendosi ancora del tutto affermato il cognome.
Va infatti considerata la tradizionale usanza, protrattasi fino alle nostre generazioni, di attribuire al primogenito
maschio il nome del nonno paterno e al secondo, se vivente il primo,
quello del nonno materno. Solo il terzogenito, se sopravvivevano i
primi venuti (cosa in passato tutt’altro che scontata) poteva sperare in un
nome più originale, spesso preso dal santo del calendario. Immaginiamoci perciò la confusione che poteva esserci già alla terza generazione quando molti cugini si trovavano a perpetuare il nome del nonno comune. Da qui la necessità di differenziarsi in qualche modo e la proliferazione
dei soprannomi. Dei nomi tramandati ai discendenti attraverso i secoli abbiamo molti esempi in paese: si pensi solo alle ricorrenze di
Francesco per i Gianesini, di Pietro e Giuseppe per i Lorenzi, di Stefano per i
Bonifaci e di Battista e Antonio per i Toldo.
Una schiatta in assoluto con il
maggior numero di soprannomi attestati già dal settecento, furono i
Luca (oggi Lucca). Questo cognome non era documentato
nel XVI° secolo, mentre s’impose invece velocemente in quello successivo.
Ciò avvenne verosimilmente perché il plausibile comune capostipite (Ser Luca q. Toldo?) ebbe numerosi figli maschi che generarono a loro volta molti cugini le cui discendenze richiesero di essere via via differenziate con vari appellativi,
pena il caos in paese.
A lungo sopravvisse invece il
cognome Rezanini (o Rezara/Rezarini: la scrittura varia a seconda delle fonti
documentali), al quale si accompagna spesso il soprannome di Fontana**. L’atto riportato in foto, data del 1765 ed è uno
dei diversi documenti in cui i Rezanini sono detti appunto Fontana. Un ser Battista Fontana era già elencato nella
vicinìa del 1578 e anche nell'atto riportato è citato come teste tal Zuane
Fontana, che ragionevolmente non dovrebbe essere parente prossimo della parte
contraente; dunque i cognomi Fontana e Rezanini convissero per lungo
tempo.
Può essere che Rezanini fosse un identificativo dei Fontana (o viceversa) che saltava fuori di tanto in tanto essendo usato indifferentemente in relazione al grado di formalità dei documenti in cui compare. Il Rezanini del 1578 aveva peraltro un nome (Bernardino) e un patronimico (Jo. Gasparo) del tutto originale e ciò fa supporre che
si trattasse di una famiglia a sé stante.
Bisogna anche considerare che la migrazione dei soprannomi fra le varie
schiatte non era un processo raro nei nostri paesi e alla lunga poteva anche rendere indistinte le genealogie***. D’altra parte, l'origine interna alla comunità dei diversi cognomi era l'evoluzione più naturale, considerata la scarsezza della popolazione e la sua elevata consanguineità, mentre l’immigrazione dall’esterno fu sostanzialmente circoscritta ai territori confinanti.
L’idea che mi son fatto, riflettendo su una serie di evidenze e di circostanze lungo l’intera storia del nostro paese, è che i cognomi che non erano contemporaneamente presenti nelle adiacenti località della valle o della montagna, fossero di origine interna al paese, cioè rami familiari staccatisi nel tempo dai ceppi più antichi. Ritengo appunto questa l’origine dei cognomi: Bonifaci, Lucca e Alessi.
Per riferimento patriarcale (al padre, in caso di diversi figli maschi capostipiti a loro volta di nuove famiglie), o alla madre (acquisizione dell'identificativo materno, per diversificare le famiglie aventi il medesimo ascendente), i casati si sono mescolati finché l'uso e la norma non li fissarono definitivamente. Ciò si verificò generalmente entro il XVII° secolo, a seguito della registrazione anagrafica imposta dal Concilio di Trento per evitare i matrimoni fra consanguinei.
Si tratta beninteso di ipotesi basate sui dati a disposizione, le uniche purtroppo permesse dalla pochezza delle fonti documentali antiche.
L’idea che mi son fatto, riflettendo su una serie di evidenze e di circostanze lungo l’intera storia del nostro paese, è che i cognomi che non erano contemporaneamente presenti nelle adiacenti località della valle o della montagna, fossero di origine interna al paese, cioè rami familiari staccatisi nel tempo dai ceppi più antichi. Ritengo appunto questa l’origine dei cognomi: Bonifaci, Lucca e Alessi.
Per riferimento patriarcale (al padre, in caso di diversi figli maschi capostipiti a loro volta di nuove famiglie), o alla madre (acquisizione dell'identificativo materno, per diversificare le famiglie aventi il medesimo ascendente), i casati si sono mescolati finché l'uso e la norma non li fissarono definitivamente. Ciò si verificò generalmente entro il XVII° secolo, a seguito della registrazione anagrafica imposta dal Concilio di Trento per evitare i matrimoni fra consanguinei.
Si tratta beninteso di ipotesi basate sui dati a disposizione, le uniche purtroppo permesse dalla pochezza delle fonti documentali antiche.
Note:
* Bertoldo è un nome di derivazione longobarda documentato in area lombardo-trentina nel XII° secolo. Bonifacio (che è più ubiquo) riapparve più verso la fine del XIII°, probabilmente sull'onda del pontificato di Bonifacio VIII°. Lorenzo dovrebbe essere più tardivo, dal XV° secolo; in zona è patrono solo di Folgaria. Considerato dunque che il nome (Ber)Toldo dovrebbe essere il più antico, anche perché è prevalentemente indicato nei documenti noti come patronimico, propenderei per ritenerlo di formazione precedente a tutti gli altri.
** Nel corso del XVII° secolo il soprannome Fontana in paese identificava anche una famiglia Gianesini. Contemporaneamente pure a Valpegara delle famiglie Sartore erano soprannominate Fontana, che poi probabilmente sostituì l'originale.
** Nel corso del XVII° secolo il soprannome Fontana in paese identificava anche una famiglia Gianesini. Contemporaneamente pure a Valpegara delle famiglie Sartore erano soprannominate Fontana, che poi probabilmente sostituì l'originale.
*** Alla metà dell’ottocento, per
esempio, delle famiglie Luca (Lucca) vennero chiamate Toldòn (dal cognome della madre del
capostipite). Parimenti Contesso, che era in origine un soprannome dei
Luca, transitò infine ad un ramo dei Toldo. Questo si verificò quando i
cognomi erano ormai consolidati e i soprannomi rimasero perciò a livello di semplici
identificativi paesani. Se ciò fosse invece capitato in epoche precedenti
avrebbe potuto condizionare per sempre la denominazione dei relativi casati.
· Elenco dei 24 Capifamiglia di San Pietro al
29 giugno del 1578:
Riga
|
Tit.
|
Nome
|
*/+
|
Paternità
|
Cognome
|
1
|
Francesco
|
q.
|
Asolino
|
de
JANESINI
|
|
2
|
Zuane
|
q.
|
Bartolomeo
|
di
JANESINI
|
|
3
|
Antonio
|
q.
|
Baptista
|
di
JANECHINI
|
|
4
|
Jo.
Piero
|
q.
|
Jo.
Battista
|
di
JANESINI
|
|
5
|
Francesco
|
q.
|
Jo.
Battista
|
di
JANESINI
|
|
6
|
Andrea
|
q.
|
Jo.
Batta
|
de
JANESINI
|
|
7
|
ser
|
Iseppo
|
q.
|
Zamaria
|
de
Piero de Lorenzo
|
8
|
Francesco
|
q.
|
Zuane
|
de
Piero de Lorenzo
|
|
9
|
Zampiero
|
q.
|
Zuane
|
de
Piero de Lorenzo
|
|
10
|
Domenego
|
q.
|
Lorenzo
|
de
Piero de Lorenzo
|
|
11
|
Zamaria
|
q.
|
Francesco
|
de
Piero de Lorenzo
|
|
12
|
ser
|
Battista
|
q.
|
Crestofforo
|
de
TOLDI
|
13
|
Zuanmaria
|
q.
|
Crestofforo
|
de
TOLDI
|
|
14
|
ser
|
Luca
|
q.
|
Toldo
|
nn |
15
|
nn
|
nn
|
TOLDO
|
||
16
|
Lunardo
|
q.
|
Facino
|
di
FACINI
|
|
17
|
Lorenzo
|
q.
|
Facino
|
di
FACINI
|
|
18
|
Lunardo
|
q.
|
Battista
|
FACINO
|
|
19
|
ser
|
Hieronimo
|
q.
|
Stephano
|
de
BONIFACIO
|
20
|
Bonifacio
|
q.
|
Francesco
|
de
BONIFACIO
|
|
21
|
ser
|
Bernardino
|
q.
|
Jo. Gasparo
|
de
REZANINI
|
22
|
ser
|
Battista
|
nn |
de
FONTANA
|
|
23
|
ser
|
Marco
|
q.
|
Antonio
|
Dalla
COSTA (oriundo da Rotzo)
|
24
|
Battista
|
de
|
Marco
|
Dalla
COSTA
|
E' sempre interessante leggere le ricerche di Gianni,solo che certi termini sono da comprendere visto che non sono di uso molto comune,comunque complimenti per le tua ricerca.Ci vuole sicuramente passione.Bravo.Una cosa che mi interesserebbe trovare è con che criteri sono stati tracciati i confini dei lotti nelle montagne.Vedendo le mappe si vedono diegni molto strani.Tu ne sai qualcosa?Grazie,e ancora bravo.Ciaoooo
RispondiEliminaGrazie Guido. Hai ragione, a forza di leggere vecchiume mi restano appiccicate anche parole un po' demodè ;-) Ho quindi rivisto il testo cercando di semplificare i termini come hai suggerito.
EliminaPer quanto ne so, se ti riferisci alla distribuzione delle terre degli ex. usi civici (in enfiteusi e soggetti a prediale), i lotti sono stati assegnati nel 1865 alle allora famiglie del paese in considerazione approssimativa della loro area di insediamento. Quindi, tanto per capirci: la Val di Scalon a quelli dei Costa, Tinasso a quelli della Piazza, Mori, Torniero ecc. a quelli che abitavano verso la Camagna e i Lucca, ecc. In origine mi pare che gli appezzamenti fossero abbastanza squadrati e conseguenti (per quanto lo potesse permettere l'orografia del territorio), fu in seguito alla crescita demografica posteriore che vennero divisi alla buona fra gli eredi, causando il pastrocchio catastale attuale.