domenica 20 gennaio 2019

La donna teologa meglio del collega uomo



Per affermare che ci sono donne dall’anima radiosa e perfino superiore a quella degli uomini, basterebbe dedicarsi un po’ a sfogliare la letteratura esegetica scritta dalle 42 Mistiche Europee nei sec. XII e XIII, nonché XIII e XIV, che venne tenuta purtroppo e volutamente in disparte dai colleghi maschili fino quando, nel XX sec., alcuni studiosi si sono dati alla ricerca dei preziosi volumi, scoprendo che la fragranza del pensiero delle teologhe, malgrado ciò fosse avvenuto in due epoche storiche ben distinte, sta proprio nello stile tipico della scrittura femminile che si manifesta ben superiore rispetto alla forma mistica maschile. Pensiamo ad Ildegarde di Bingen, scienziata e teologa, a Matilde di Magdeburgo e a tante altre. In questi testi mistici, più che scoprire una logica comune, è facile arguire il misterioso nesso divino nel quale l’anima femminile diventa riposo di un Dio sofferente.
Nella seconda parte della letteratura, scritta appunto fra il XIII e XIV secolo, come non pensare a Giovanna d’Arco, ben rievocata nel capolavoro filmico di Bresson nel 1963? A Brigida di Svezia, proclamata patrona d’Europa da S. Giovanni Paolo II nel 1999, che dalle gelide terre raggiunse una Roma devastata e deserta, rossa del sangue dei martiri? Sarà comunque Dio a guidarla in una requisitoria contro l’impietosa decadenza religiosa della Caput mundi. Come non pensare all’inglese Giuliana di Norwich che tra l’8 e il 13 maggio 1373 ebbe 15 visioni di Cristo, fino a giungere più tardi a Caterina da Siena? Nasce così quel filo rosso fuoco che rende la scrittura della teologa donna unicamente creativa ed emozionante, non certo da sottovalutare come soleva pretendere qualche teologo di marca inglese.
Domenico Giacon

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