4 novembre 2018 -
Oggi a mezzogiorno in punto le campane di tutti i campanili del nostro Altopiano suoneranno all’unisono per 10 minuti per ricordare la fine della guerra, cento anni fa. Sarà un suono dai tanti significati, in questo giorno in cui ci siamo svegliati apprendendo di nuove tragiche devastazioni naturali, come ci dicono le notizie che arrivano da tutta Italia.
Non avremmo mai potuto immaginare che proprio a ridosso di questo centesimo anniversario i boschi dell’Altopiano venissero devastati come se qui si fosse combattuta un’altra terribile guerra. Il nostro territorio, a macchia di leopardo, è stato privato di migliaia di alberi, che stramazzati a terra sembrano tanti grandi stuzzicadenti. E' come se questi alberi si fossero sacrificati per salvare uomini e case: non possiamo che ritenerci fortunati dato non ci sono stati né vittime né feriti, e neppure grossi danni alle abitazioni. Vogliamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che si sono ritrovati, e lo sono ancora, in condizioni assai peggiori delle nostre.
“Potrei sopravvivere alla scomparsa di tutte le cattedrali del mondo, non potrei mai sopravvivere alla scomparsa del bosco che vedo ogni mattina dalla mia finestra” sono parole del maestro Ermanno Olmi, che proprio quassù, vicino a noi, ha girato in concomitanza con il centenario della grande guerra il suo film “Torneranno i prati” .
E oggi, pur sgomenti per come nel giro di poche ore abbiamo visto cambiare il paesaggio, guardiamo avanti.
Oggi a mezzogiorno in punto le campane di tutti i campanili del nostro Altopiano suoneranno all’unisono per 10 minuti per ricordare la fine della guerra, cento anni fa. Sarà un suono dai tanti significati, in questo giorno in cui ci siamo svegliati apprendendo di nuove tragiche devastazioni naturali, come ci dicono le notizie che arrivano da tutta Italia.
Non avremmo mai potuto immaginare che proprio a ridosso di questo centesimo anniversario i boschi dell’Altopiano venissero devastati come se qui si fosse combattuta un’altra terribile guerra. Il nostro territorio, a macchia di leopardo, è stato privato di migliaia di alberi, che stramazzati a terra sembrano tanti grandi stuzzicadenti. E' come se questi alberi si fossero sacrificati per salvare uomini e case: non possiamo che ritenerci fortunati dato non ci sono stati né vittime né feriti, e neppure grossi danni alle abitazioni. Vogliamo rivolgere un pensiero a tutti coloro che si sono ritrovati, e lo sono ancora, in condizioni assai peggiori delle nostre.
“Potrei sopravvivere alla scomparsa di tutte le cattedrali del mondo, non potrei mai sopravvivere alla scomparsa del bosco che vedo ogni mattina dalla mia finestra” sono parole del maestro Ermanno Olmi, che proprio quassù, vicino a noi, ha girato in concomitanza con il centenario della grande guerra il suo film “Torneranno i prati” .
E oggi, pur sgomenti per come nel giro di poche ore abbiamo visto cambiare il paesaggio, guardiamo avanti.
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