sabato 10 novembre 2018

Alta Val d'Astico: occhiate e considerazioni

Dopo altri sette giorni, Noè fece uscire la colomba, la quale non tornò più(Genesi 8,6-12). Noè capì che il diluvio era finito. A noi sono bastate quattro chiazze di sereno. Ecco quindi che un’occhiata appare doverosa anche in alta Valle, dove, al di là di tanta paura, quel massacro di cui si ha notizia in giro pare essersi verificato in tono minore. Lo stesso ripristino della strada di Carotte sembra non tardare. Cosiché la denuncia dello stato di calamità fatta a livello regionale è da ritenersi atto dovuto per accedere ai contributi in distribuzione. Immancabili anche le fate morgane che hanno previsto fatti clamorosi sulla terra, con il frequente ripetersi di trombe d'aria. La causa è nota. L’anticiclone delle Azzorre che un tempo bloccava l’aria calda del Golfo non c’è più, così che la corrente è costretta a salire fino scontrarsi con quella fredda. E’ da lì che si scatenano gli uragani. Ovvio che a fronte di tanto scenario la gente corre ai ripari e pensa al gruppo elettrogeno senza contare i costi. Soluzione quanto mai sconsolante visto che le centrali della Civetta rubano la corrente in massa e la politica sta a guardare. Chi dorme non piglia pesce! Quel signore che negli anni ’60 del secolo scorso lanciò l’idea di una centralina ai piedi della cascata, si sentì beffare, ora si morde le unghie. Di questo passo, non ci lamentiamo per essere vittime di enti sovrani, pensiamo piuttosto che a termosifoni freddi e a notti al lume di candela sarà necessario abituarsi.
(D.G.)

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