Sacrifici sì, ma senza
battere i denti. L’impianto termico nella chiesa di Lastebasse ha
sempre avuto problemi, tantoché necessitava di essere sostituito. La
caldaia è quella della canonica. Don Carlo, ultimo parroco
residente, si trovava più volte imbarazzato perché se l’impianto
funzionava in canonica, dava problemi in chiesa e viceversa. Spesso
con una mazza di legno lui batteva con forza sulla paratoia
arrugginita per dare aria in rete. Il rumore che faceva prima della
messa era più forte della campana. La gente non ci faceva più caso.
Il risultato era che spesso si celebrava al freddo, in una chiesa come
quella del paese dove il sole non è un devoto. Con l’arrivo
dell’autunno arrivavano anche le lamentele malgrado il metano. A
sistemare le cose, ha pensato bene e con congruo anticipo il vivace
don Sergio, che ne ha ravvisato l’urgente necessità fin dal suo
ingresso, attribuendo priorità all’intervento in occasione dei
lavori per la nuova saletta intitolata a don Carlo, che ebbe per primo
l’idea di ricavarla nella vecchia sacrestia. Si sa che la chiesa di
San Marco ha ancora necessità di qualcosa, come quattro buoni fari
nel presbiterio ecc., ma per quanto concerne il clima d’inverno,
essa è già in grado di assicurare ai fedeli che, una volta entrati,
potranno togliersi la sciarpa e gli altri infagottamenti invernali. (D.G.)
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