Qualcuno
non crederà, ma cent’anni fa la corrente elettrica a Lastebasse
entrava in ogni casa. Era una corrente povera. La forniva quella
centralina ai piedi della Val Civetta. Succedettero Zanini &
Cavazzani, poi l’Enel ed infine anche i blackout, specialmente
l’ultimo, da far impazzire. I gruppi elettrogeni di qua e di là la
dicono lunga e non siamo ancora a posto. L’idea quindi di
attrezzare quella centralina per dare conforto nelle fasi di
oscuramento non pare del tutto peregrina. L’esperienza fa la
scienza. La Civetta è una fonte inesauribile e tutta da sfruttare
anche a ripetizione, sull’esempio di quel paese al di là delle
Alpi dove ogni torrente comporta una serie di barrages
a scopo energetico, sicché da quelle parti il prodotto costa quasi
niente. Perché dunque non puntare su questo dono naturale per
frustrare inutili lacrime sui radiatori gelidi nelle notti di
inaudita oscurità? L’ENEA è l’ente che ha lo scopo di agevolare
e contribuire le amministrazioni pubbliche e private che ne fanno
richiesta allo scopo di sfruttare l’energia naturale. Nel terzo
millennio non è possibile non dare una risposta seria a un problema
così importante, soprattutto da parte di chi mostra animata cura per
il decoro, quando invece è arrivato il momento angosciante di dare
certezza ad un tema così essenziale e di massima eccellenza. Par
quasi di ricordare l’aforisma: “quando
potea, non volle; or che vorria, non puote”
(D.G.)
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