Craonne si trova nel Nord Est della Francia, sotto le Ardenne, dove si affrontarono soldati di molte guerre, europee e mondiali. La città è piccolissima, un insediamento sparso, con una vecchia scuola, adibita a mensa, e un palazzo comunale costruito con i fondi del governo svedese (omaggio alla città martire).
Cento
anni fa era l’inferno. Craonne, infatti, è una cittadina che si
trova al termine dello Chemin de Dames. Il nome di questa lunga
vallata viene dal 1700, quando le signore del tempo vi passeggiavano
con le loro carrozze. Durante la Prima Guerra mondiale era
pronunciato con terrore dai soldati. Quella valle era la linea di
contatto fra le armate tedesche e quelle francesi. Le trincee nemiche
scorrevano parallele, a volte a pochi metri di distanza; mentre –
in alto – dal costone che sovrasta la vallata, i tedeschi
mitragliavano e bombardavano i francesi, che cercavano invano di
ripararsi dietro fortificazioni di ogni specie.
Quel
luogo fu un macello umano. Nella prima giornata di assalti morirono
quasi cinquantamila francesi. Alla fine della guerra le vittime
furono diverse centinaia di migliaia, da entrambe le parti. Fra di
loro, anche
cinquecento italiani,
di un corpo d’armata inviato dal Regno d’Italia a soccorrere
l’alleato in difficoltà.
Il
5 novembre 2018, a Craonne, sono stati inaugurati tre « Giardini
della pace ». Il giardino che rappresenta l’Italia, uno dei
paesi belligerante, è stato concepito da tre paesaggisti italiani:
Lorenza Bartolazzi, Luca Catalano e Claudia Clementi:
Centinaia di pali a punta rossa si drizzano nel sottobosco sfondato
dai bombardamenti che hanno annientato il piccolo villaggio di
Craonne (Aisne) all'epoca dell'offensiva, in aprile1917. Si
crederebbe vedere, in questa necropoli silvestre, dei fiammiferi
presti ad infiammarsi per ravvivare la memoria dei 592 soldati
italiani caduti qui, sulla linea del fronte del « Chemin des
Dames ». Come una rivincita della vita sulla morte
onnipresente.
(Centenario
della prima guerra mondiale)
segnalato da Odette
Sembra proprio che la storia non riesca insegnare nulla all’uomo: dopo 70 anni di pace e di progresso in Europa, ora si vogliono ripristinare, grazie ai neonazionalismi populisti, le frontiere, foriere di guerre fratricide.
RispondiElimina