giovedì 12 settembre 2013

Franco Mucchietto e la sua impresa...

Guglia del FRATON 
dei Forni Alti 
Gruppo del Pasubio mt. 1650

Piccole Dolomiti - Dolomiti Vicentine
Via “El Duro” con variante finale 
dedicata ai due Marò  fermati in India.

Simon Kehrer, Franco Mucchietto 
22.08.2013

Introduzione:
L’appellativo Frate nelle zone montane del Nord Est dell’Italia non è riferito ai monaci ma forse  deriva dal Ladino-Cimbro a indicare un’area mista di rocce frantumate e vegetazione, vedi anche  dal latino Fracta frantumare.
Il Fraton ne prende a indicare una grossa roccia.
Questo è una guglia fantastica, una genna ambita per gli arrampicatori locali, quasi nascosta nella valle Sorapache del gruppo dei Forni Alti del Pasubio in un ambiente selvaggio.
Non di rado sui ghiaioni si incontrano dei camosci e sui Forni Alti si può ammirare una coppia di aquile.

La via in descrizione, è molto bella ma anche molto impegnativa, la roccia in generale è buona, formata da un agglomerato maltoso di calcare e Dolomia che crea formazioni di placche quasi sempre strapiombanti e con pochi appigli.

Fin sotto la cuspide terminale, il percorso realizzato, sale la via “El Duro” sul versante Nord, via questa aperta dai fratelli Balasso e A. Cadorini il 14.10.2006.
La chiodatura è molto buona, realizzata in modo logico con chiodi artigianali fatti dagli stessi Balasso.

La variante finale che è stata realizzata, costeggia la cresta della cuspide sul versante Ovest e da quanto risulta, dovrebbe essere una prima.
Simon e Franco l’hanno dedicata ai Marò in India e presenta la maggiore difficoltà del percorso.

Avvicinamento:
Dal parcheggio del noto percorso delle 52 gallerie che attraversa tutto il versante sud del Pasubio fino al rifugio Papa, si percorre la strada dei Scarubbi fino al terzo tornante. Al centro di questo si entra nel bosco e si segue un sentiero a tratti non evidente ma indicato con ometti di pietra.
Il sentiero sbuca verso la valle Sorapache e offre la visione dal versante Est della guglia del Fraton.
Una volta arrivati alla sua base, la si aggira fino ad arrivare sul versante Nord dove inizia la via di salita.
Tempo impiegato circa un ora.

Difficoltà:
Le indicazioni delle difficoltà sono fatte secondo la scala internazionale UIAA e sono dal 4° all’8°- e per Simon sono del tutto realistiche.

Materiale utilizzato:
2 corde da 60 metri alcuni friends piccoli/medi, alcune riprese di sicurezza, discensori per corda doppia.  

Tempo di salita:
4,5 ore

Salita:
  1. Si parte subito in verticale con difficoltà di  5°,  per scendere al 4°.
      Dopo uno sviluppo di circa 85 metri interrotto da due soste in parete S1 e S2,  si arriva sulla  
      prima cengia erbosa che delimita il basamento della guglia.
      La roccia su questo primo tratto è molto compatta con buoni appigli anche se qualche volta,
      sporcati da un pulviscolo di calcare granuloso derivato probabilmente dal lavaggio della
      pioggia.

  1. Dopo la cengia, si risale camminando per 100 metri verso destra (fronte a monte) per l’attacco alla parete principale che porta alla base della cuspide terminale.
            Si parte subito con un traverso di 7°- e quindi 5° fino alla sosta S5, con uno sviluppo di circa
            13 metri.
  
  1. Si riparte dalla sosta S5 per la sosta successiva S6 inclinando leggermente verso destra, con uno sviluppo di circa 30 metri e difficoltà di 5°, 6°+ e 5°+.

  1. Dalla sosta S6 si arriva alla sosta S7 dopo uno sviluppo di 20 metri e difficoltà di 4°+ e 5°.

  1. Il tratto tra la sosta S7 e la sosta S8, è estremamente difficoltoso su roccia a placche compatte con pochi appigli, ha uno sviluppo di 30 metri e difficoltà di 7°-, 5° e 7°.

  1. Il tratto tra le soste S8 e S9, si svolge quasi in verticale per altri 30 metri lungo una fessura con difficoltà di 4°.

  1. Dalla sosta S9 alla sosta S10 inclinando leggermente verso destra, si affronta un altro tratto impegnativo che ha uno sviluppo di circa 40metri, questo porta al collo di base della cuspide.             
      Le  difficoltà  sono di 7°-, 6°- e 5°.

  1. La cuspide è stata affrontata seguendo inizialmente la via Dalle Nogare per poi mantenere la verticale sulle placche che costeggiano la cresta Nord versante Ovest e con uno sviluppo di circa 40 metri porta alla cima.
      Probabilmente questo è il tratto tentato da C.Zaltron e M. Dalle Carbonare nel 1951 ma    
      abbandonato e mai più ripreso anche a seguito di due gravi incidenti.
      Sono stati trovati nella prima parte due chiodi l’ultimo dei quali ritorto (caduta?).
      Questo è il tratto che presenta la maggior difficoltà anche su roccia friabile sulla parte
      terminale della placca.

Discesa:

1. La discesa con corda doppia da 60 mt. è stata realizzata utilizzando l’ancoraggio esistente sui mughi sul  versante Est della cuspide con una verticale di circa 45 metri alla base della cuspide.

2. Dalla base della cuspide usando un altro ancoraggio esistente sui mughi, si scende verticalmente sempre su versante Est, su una piccola cengia per circa 30 metri.

3. Camminando orizzontalmente lungo la cengia verso la parete Nord, si incontra un altro ancoraggio sui mughi e con una calata di oltre 50 metri, si arriva sulla grande piattaforma di base coperta da mughi.

4. Spostandosi un po’ in discesa verso il versante Est, si trova l’ultimo ancoraggio sui mughi e con l’ultima calata di circa 35 metri, si arriva nei pressi del ghiaione che costeggia il versante Est della parete.

Ritorno:
Utilizzato lo stesso sentiero usato per l’avvicinamento.

Galleria fotografica:


via di salita


discesa in corda doppia lato ovest


discesa in corda doppia


Fraton 1st sbalzo


Fraton 1st sbalzo


Fraton sosta 2nd sbalzo


Fraton sosta 2nd sbalzo


Fraton 3zo


Fraton 3nd



Fraton 3th sbalzo


Variante cuspide Fraton




variante alla cuspide


Fratton cuspide


Fratton cuspide passaggio chiave


Fratton cuspide finale

                        
Fraton cima - Simon & Franco

5 commenti:

  1. Grande impresa, Franco! Vecchio (ma non troppo) lupo di mare! Navigatore di lungo corso, e oggi scalatore di prima classe. Citius! Altius! Fortius! Ti si addice il motto delle Olimpiadi. Complimenti.
    L'AIRONE

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  2. Questo Fraton mi fa pensare ad una sentiero preso da mio marito tempo fà, nelle Dolomiti di Brenta "la via delle Bocchette". C'è una somiglianza... il nome di piccole Dolomiti è meritato. Applausi ai scalatori !

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  3. E Bravo Franco che ci mostra un lato, forse non molto popolare, ma decisamente interessante e suggestivo delle nostre montagne. Da alpinista un po' in disarmo non posso che auspicare che ci proponga, dopo quella della Gioa, altre imprese con teatro i soji della Valle. Anche questa è una nicchia di attività da promuovere.

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  4. Bravi Franco e Simon, mi vengono le vertigini solo guardando le foto.

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  5. Robe da brivido!! veramente bravi! Lucia

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