Completamente ristabilito,
ora è impegnato con l'Armando in particelle catastali.
e poi l'Armando si accinge a prepararsi per il barbecue...
Lino si defila... Gino e Cristina sono impegnati in chiacchiere
e Otto "controlla" l'Armando...
notate anche i particolari:
l'Armando maneggia il cibo con i guanti da ginecologo.
Siamo in regola anche sotto il profilo igienico-sanitario.
Quali saranno i pensieri di Cristina non ci è dato sapere,
ma siccome la so una romanticona,
voglio pensarla in contemplazione delle bellezze che l'attorniano.
In attesa del rancio,
Otto e Gino sono appartati in discorsi "impegnati"...
speta va là...
ca me repòsse na s-cianta le récie...
Madòna tusi... a gò na giossa par cavéjo...
e pure loro... nell'attesa...
tentano di rivivere
emozioni sopite, di un tempo che fu...
tentativo fallito, il Lino è distolto dal mitico "filo"
e qui si prodiga in interessanti spiegazioni storiche.
Coaudiuvato dall'altro "baise"...
M'inoltro un po' nel bosco che mi offre l'opportunità di fotografare
da questa angolatura MONTEPIANO.
Notiamo la casa rossa del pastore, quella di Fanny,
la campesina padroncina dei lama
che ha partecipato al giorno del raccolto.
Adriano, veicolato da Otto,
scopre un rovo carico di squisite more e ne fa incetta...
Lino, solito approfittatore di situazioni,
"istiga" la Vincenza a coglierle tutte
per portarle a casa e fare la marmellata...
valà Lino... valà... che le se schissa tute...
valà Lino... valà... che le se schissa tute...
Lui invece si limita ad improvvisarsi botanico
e a spiegare che a Belfiore abbondavano un tempo,
susine e còrnole,
susine e còrnole,
ma mentre quest'ultime sono ancora copiosamente presenti,
le susine sono scomparse,
anche se è riuscito a trovarne ancora qualcuna de salbéga.
(fine terza parte)
(fine terza parte)
Cavolo, resto con l'acquolina...
RispondiEliminaSponcio, osserva l'ora... ma non pensare ai primi cerchi!
Sai Carla che ci fai restare ogni volta col fiato sospeso fino alla parte seguente ! Le foto ed il posto sono bellissimi anche Pierre confermà perchè ci è andato in VTT due anni fà (fino Luserna) Notate che, anch'io ho antenate (parte Fontana) di quei posti (Luserna, Lavarone, Brancafora, Carotte) !
RispondiEliminaPazienta fino a domani Odette che poi finisce e magari qualcuno dirà anche "diosialodato". Lo avrei proposto anche in un'unica volta, ma si rischiava che stentasse a caricare causa il pesantore delle foto. (ti ricordi che anche il tuo Sponcio si era lametato in merito a quello del raccolto?)
RispondiEliminaBene bene, di bene in meglio. Bravi tutti. Però, cari Sera&Otto, non possiamo esimerci dal completare il controllo delle credenziali, siamo pur sempre in territorio imperiale e non dobbiamo comportarci come dei velusci franfugnoni. Il Gino possiamo anche passarlo per il buco della chiave in virtù del cognome, anche se dev'essere un ramo cadetto e decaduto per essersi accasato in terra sampierota. Il moretto e la sua gentile consorte però chi sono? Non saranno mica per caso baise anch'essi, spero. I baise sono come il pepe sapete, lo si può tollerare solo a piccole dosi.
RispondiElimina...nonostante io sia di un ramo decaduto dei Casotani, amicizie altolocate(Sera&Otto) mi hanno fatto avere un passaporto speciale, vidimato dalla "Regola" per accesso speciale, Belfiore,Kroiere e Biseletto...
RispondiEliminaQuesto messaggio è per l'Odette e e qualche altro non-imperiale.
RispondiEliminaMa chère Odette, vedo che continui a sponciolare con questa storia dei Sartori di Valpegara. Siccome non bisogna confondere il vino con la pimpinela, urge mettere i puntini sulle ï.
Mettiti comoda e fa finta di guardare un film in costume della tua cineteca:
<< Siamo nel gennaio del 1519 e gli associati alla Lega di Cambrai muovono guerra alla Serenissima che si trova da sola a fronteggiare le schiere di Massimiliano primo d’Asburgo (MAXI) che pensano di avere facilmente ragione delle difese di Venezia passando per la nostra valle e i 7 Comuni. La difesa è invece assai determinata e l’esercito viene bloccato ai Forni e costretto a ripiegare, così sfoga la sua frustrazione sulle contrade a portata di mano. I valligiani s’erano intanto riparati sulle montagne di Tonezza, eccetto gli uomini validi impegnati nella strenua difesa con ogni mezzo, ma l’inclemenza del tempo costringe gli altri a qualche compromesso. Avviene così che una donzella valpegaroise scenda temerariamente in paese e si rechi nella stalla per recuperare la sua capra che però non vuol saperne di seguirla, forse attratta dall’afrore di caprone che inonda la valle. Incappa così in un baldo masnadiero che vaga per le case alla caccia di bottino, tal Enzio de Choira. Dal soio di fronte, l’attento Cupido non perde tempo, incocca lesto la freccia e il dardo gagliardo infila l’obiettivo senza peraltro incontrare eccessiva resistenza. Ecco allora che l’ardito lanzichenecco si pone la domanda che sempre aleggia nell’uomo d’azione in cotal frangenti: ma chi me lo fa fare? Così getta l’alabarda alle ortiche e abbandona la masnada per la donzella, aiutandola a raggiungere indenne la sua gente sul soprastante altopiano e unendosi a loro. I paesani inglobano questo straniero e lo identificano con il vile atto che l’ha condotto da loro: disertore. Parola troppo lunga per gli incolti, che subito diventa Sertore e via via il più potabile Sartore. Qualche anno più tardi Venezia fa pace con MaxI e il confine imperiale viene portato sulla Torra, così Casotto entra nell’Impero. È il 1516 >>. Fine del film.
In tempi molto più recenti a questi malcapitati discendenti non sfuggì che dal lato imperiale della valle prosperava un schiatta di manifesta nobiltà che s’appellava Sartori e dunque pensarono bene di accomunarsi ad essi mutando Sartore in Sartori. C’est tout.
Sponcio, vedo che scrivi nella categoria « fantasciènza ». E un genere di romanzo che non piace a me, sopratutto se l’autore è segregazionista.
RispondiEliminaIn 1547, a Tonezza, a mia conoscenza, non c’erano Sartore ma Sarcello. Un Andrea Sarcello si trovava fra i testimoni all’atto di divisione dei fratelli Dalla Fontana, miei antenati.
Non ti dico le proprietà che avevanno perchè sono affari nostri, e non lo crederesti.
In 1549, uno di questi figli, il mio antenato Domenico Dalla Fontana si sposò : (vedi documento)
"Dato che fu celebrato legittimo matrimonio tra Domenico del fu Biagio Fontana di
Tonezza e la signora Maddalena, figlia del nobiluomo signor Cera dei nobili Cerati di Forni,
cittadino di Vicenza, il detto Domenico qui presente, spontaneamente e in piena
consapevolezza, non tratto in inganno, rinunciando a quanto stabilito dalle epistole
dell'imperatore Adriano, testimonia di aver sposato in accordo con la signora Domenica,
vedova del prima citato Cera, e tutrice dei suoi figli, la signora Maddalena."
Maddalena rimasta vedova di Domenico DF si risposo con Girolamo Sartori, verosimilmente il nonno di Andrea Sartori(1642-1721) detto Il Conte, mio antenato, dalla parte mamma.
Questo non è fantascienza. Non è Impero di Massimiliano neanche, te lo consento. Ma dov’è il tuo impero ? vuoi un bis repetita di 1519 ?
NB ti ripeto che fra le mie antenate Fontana (vedi la particola non importa per noi) certe erano di Lavarone come De Gasperi, (Canepele) di Luserna come Nicolussi-Castellan, di Brancafora (Carotta)
Basta con questi discorsi MAXI denigratori !
Mah, non so se intervenire... disertore era una parola che potevano usare solo gli appartenenti a"nobil schiatta". Cesare Battisti noi non lo abbiamo chiamato disertore.
RispondiEliminaAvrebbero inneggiato all'eroina valpegaroise piuttosto!
Vedo Sponcio che ride sotto i baffi...
Credo che allo Sponcio riescano meglio le trasformate di Laplace che non le divagazioni storiche. Sicuramente una scienza infusa come la sua non può sbagliare e quindi la data del 1519 al posto dell 1509 sarà un refuso deliberato per vedere se stiamo attenti. Come si faccia a buttare l'alabarda alle ortiche in pieno gennaio è anche un mistero. Ancor più misteriosa è la ragione per cui a Valpegara un solo disertore darebbe origine ad una genia malcapitata, mentre dall'altra riva diversi disertori originassero cotanto lignaggio. I lanzichenecchi possono anche starci ma quel tal Enzio mi pare tanto uno svizzero che con i lanzichenecchi non si tagliavano mica tanto. Era forse il cassiere?
RispondiEliminaBen fisto Gianni ! Platz jetzt !
RispondiElimina1519 è la morte di MAXI. Bisogna scusare na volta ancora el nostro Sponssio : non ghe gera miga la gazatta de lo sport a qui tempi, e par le ortighe de genaro, xe l'affar del "réchauffement climatique" xe anni che i siensiati i ghin parla !
Si Gianni, con tutto il lavoraccio fatto con Azmy Yousry, vuoi che non vestisse con un pò di fantasia liberatoria
RispondiEliminale origini dei Sartore?
E' vero una cosa: fino a metà 800 circa, mi pare, quando nei registri trovi Sartore, sai che sei in dx Astico, quando trovi Sartori, sai che sei in sn Astico, o a Casotto. Ed io ho sempre pensato ad una "convenzione" fra preti, per avvertire già con una occhiata da che parte stava l'anima... perchè in base alle "anime" venivano pagati.
Tse cih: reicid te irartsnom otigid tse murhclup ta.
Eliminaed io ripeto: Ocse taNea, che'vvo ddì??
EliminaVedo che te tasi... forse parchè, anagrammando sto verso storto, lezo drito el sepolcro de sartori? e anca el nome ghe vedo! Ah, poro Orassio, come che i te dopara! E no' i risponde miga, seto, i ze massa in alto...
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