La città di Melbourne si fregia di un
titolo ambizioso, quello di
“Città più vivibile
al mondo”.
La notizia circola
in questi giorni, dopo l’annuncio dato dal “The Economist Intelligence Unit
Survey”.
E’ il terzo anno
consecutivo che Melbourne, capoluogo dello Stato del Victoria, Australia, risulta prima in classifica. Al
2° posto Vienna (Austria),
3° Vancouver (Canada), 4° Toronto (Canada) 5° Adelaide (Australia) e ancora 5°
Calgary (Canada), 7° Sydney (Australia), 8° Helsinki (Finlandia), 9° Perth
(Australia) e 10° Auckland (Nuova Zelanda).
In fondo alla classifica, su 140
città, si trovano alcune grandi metropoli dell’Africa e dell’Asia, tra cui
Lagos (Nigeria), Teheran (Iran), Dhaka (Bangladesh) e per ultima Damasco
(Siria).
Australia
e Canada (con sette presenze) sono dunque le nazioni che si contendono i posti
d’onore tra le prime 10 città più vivibili al mondo.
Melbourne ha
ottenuto pieni voti per quanto riguarda Sanità, Istruzione, Infrastrutture,
Cultura e Sicurezza.
Un fenomeno di
grande incidenza per questo primato di “vivibilità”, è il carattere
multiculturale di Melbourne.
Con i suoi 4
milioni e 250.000 abitanti (con una crescita di 1.500 abitanti alla
settimana), Melbourne ha una popolazione straniera (etnica) del 25 per
cento. Qui si parlano 122 lingue; e sono 140 i gruppi etnici
provenienti da ogni continente; il 30° per cento della popolazione parla anche
una lingua diversa dall’inglese...
E’ un caleidoscopio
etnico, ma funziona benissimo in grande armonia. Nella stessa situazione si
trova Sydney, come Vancouver e Toronto.
Diciamo con orgoglio che gli italiani
hanno dato un contributo enorme alla crescita della società australiana in vari
settori: cultura, arte, gastronomia, sport. Sono migliaia i ristoranti italiani.
Ogni giorno in
Australia si aprono tre nuovi ristoranti (o bar), di cui due italiani. Ma 60
anni fa le cose erano diverse. Gli immigrati dovevano lottare a denti stretti
per farsi rispettare.
Qui a Melbourne ci siamo anche noi,
piccolo drappello di emigrati
da
Valdastico e da Pedescala.
E’ un po’ anche merito nostro
se Melbourne...
E ne
siamo orgogliosi.
Un caro saluto “paesano”.
Nelle foto,
vedute di Melbourne
e camerieri indaffarati al bar “Brunetti”
nella Piccola
Italia di Melbourne.
Germano Spagnolo
Siamo informati anche che vi erano dei Casottani a Melbourne. La sorella di Braido, sposata con uno di Asiago, si era stabilita nelle campagne e avevano un fattoria con molti animali. Lo stesso Braido (non ricordiamo il nome) era venuto in Australia e al
RispondiEliminasuo ritorno a Casotto aveva.... molte avventure da raccontare. Proprio lui aveva anche firmato le carte per far venire in Australia Pietro Lucca (Belania)... parliamo quindi degli anni '50.
Germano
Il casottano che negli anni cinquanta raggiunse la sorella Olga in Australia, si chiamava Sartori Giuseppe 1908/2000
Elimina(detto Bepi Rosso), abitava a Casotto basso,ultimo abitante di casa" braidi" (al ponte). Ad alcuni compaesani presenti alla sua partenza ebbe a dire "Parto da pecora e tornerò da leone"
Qual fiuto da segugio possiedi caro Germano se già 31 anni fa hai pensato di trasferirti laggiù? Almeno concordi se può fregiarsi di questo onore?
RispondiEliminaMerica, Merica, Merica
RispondiEliminaCosa sará là sta Merica?
Merica, Merica, Merica
L´è un bel mazzolino di fior