mercoledì 4 settembre 2013

Ci siamo anche noi

  



La città di Melbourne si fregia di un titolo ambizioso, quello di 

“Città più vivibile al mondo”

La notizia circola in questi giorni, dopo l’annuncio dato dal “The Economist Intelligence Unit Survey”. 
E’ il terzo anno consecutivo che Melbourne, capoluogo dello Stato del Victoria, Australia, risulta prima in classifica. Al 2° posto  Vienna (Austria), 3° Vancouver (Canada), 4° Toronto (Canada) 5° Adelaide (Australia) e ancora 5° Calgary (Canada), 7° Sydney (Australia), 8° Helsinki (Finlandia), 9° Perth (Australia) e 10° Auckland (Nuova Zelanda).
   In fondo alla classifica, su 140 città, si trovano alcune grandi metropoli dell’Africa e dell’Asia, tra cui Lagos (Nigeria), Teheran (Iran), Dhaka (Bangladesh) e per ultima Damasco (Siria).
  Australia e Canada (con sette presenze) sono dunque le nazioni che si contendono i posti d’onore tra le prime 10 città più vivibili al mondo.
  Melbourne ha ottenuto pieni voti per quanto riguarda Sanità, Istruzione, Infrastrutture, Cultura e Sicurezza.


Un fenomeno di grande incidenza per questo primato di “vivibilità”, è il carattere multiculturale di Melbourne. 
Con i suoi 4 milioni e 250.000 abitanti (con una crescita di 1.500 abitanti alla settimana), Melbourne ha una popolazione straniera (etnica) del 25 per cento. Qui si parlano 122 lingue; e sono 140 i gruppi etnici provenienti da ogni continente; il 30° per cento della popolazione parla anche una lingua diversa dall’inglese... 
E’ un caleidoscopio etnico, ma funziona benissimo in grande armonia. Nella stessa situazione si trova Sydney, come  Vancouver e Toronto.
   Diciamo con orgoglio che gli italiani hanno dato un contributo enorme alla crescita della società australiana in vari settori: cultura, arte, gastronomia, sport. Sono migliaia i ristoranti italiani. 
Ogni giorno in Australia si aprono tre nuovi ristoranti (o bar), di cui due italiani. Ma 60 anni fa le cose erano diverse. Gli immigrati dovevano lottare a denti stretti per farsi rispettare.



   Qui a Melbourne ci siamo anche noi, 
piccolo drappello di emigrati 
da Valdastico e da Pedescala. 
E’ un po’ anche merito nostro 
se Melbourne... 
E ne siamo orgogliosi.


    
Un caro saluto “paesano”. 
Nelle foto, 
vedute di Melbourne 
e camerieri indaffarati al bar “Brunetti” 
nella Piccola Italia di Melbourne.
Germano Spagnolo

4 commenti:

  1. Siamo informati anche che vi erano dei Casottani a Melbourne. La sorella di Braido, sposata con uno di Asiago, si era stabilita nelle campagne e avevano un fattoria con molti animali. Lo stesso Braido (non ricordiamo il nome) era venuto in Australia e al
    suo ritorno a Casotto aveva.... molte avventure da raccontare. Proprio lui aveva anche firmato le carte per far venire in Australia Pietro Lucca (Belania)... parliamo quindi degli anni '50.
    Germano

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    1. Il casottano che negli anni cinquanta raggiunse la sorella Olga in Australia, si chiamava Sartori Giuseppe 1908/2000
      (detto Bepi Rosso), abitava a Casotto basso,ultimo abitante di casa" braidi" (al ponte). Ad alcuni compaesani presenti alla sua partenza ebbe a dire "Parto da pecora e tornerò da leone"

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  2. Qual fiuto da segugio possiedi caro Germano se già 31 anni fa hai pensato di trasferirti laggiù? Almeno concordi se può fregiarsi di questo onore?

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  3. Merica, Merica, Merica
    Cosa sará là sta Merica?
    Merica, Merica, Merica
    L´è un bel mazzolino di fior

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