Secondo Aristotele ogni uomo è filosofo per natura, in quanto è capace di provare meraviglia.
Secondo Platone ogni uomo ha la capacità di ricordare la verità che è dentro di sé, perché ognuno di noi è gravido di sapere, ha contemplato prima di nascere il mondo delle idee. Ma come riportare alla luce questo sapere?
Ciò che Platone ha sperimentato con Socrate è l'incessante domandare.
Si è filosofi solo se si è capaci di interrogarsi.
La dialettica, la scienza delle idee, è ciò che ci rende filosofi. Domandare, chiedere, interrogarsi.
Dopo tanto dialogo eccola la verità, come una luce che all'improvviso si accende nel buio.
Sembra che la moglie di Socrate, Santippe, fosse una donna a dir poco insopportabile: gridava sempre, era bisbetica e un giorno, più di altri, si adirò con Socrate che, impassibile, rilassato e tranquillo, continuava a sbrigare le sue faccende.
Allora la donna, vedendo che non riusciva a smuoverlo nemmeno con le grida, prese un vaso pieno d'acqua, si scagliò contro il quieto marito e glielo versò addosso, pensando in questo modo di poter suscitare le sue ire.
Egli, invece, per tutta risposta commentò:
«Beh... è ovvio, dopo i tuoni, viene la pioggia!»
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