Prima di tutto fà così, Lucilio mio: impara a gioire.
Pensi davvero che io ti voglia privare di molti piaceri? Al contrario, voglio che NON TI MANCHI MAI LA GIOIA. Voglio però, che ti nasca in casa: e ti nascerà, se sorge dentro di te. Le altre forme di felicità non riempiono il cuore; appaiono sul volto, ma sono fugaci, non crederai certo che abbia vera gioia chi ride. No, credimi, la vera gioia è una cosa seria. Questa gioia voglio che tu possieda: essa non ti verrà mai meno, una volta che tu sai da dove deriva.
I metalli vili si trovano in superficie; i più preziosi, invece, sono nascosti nelle viscere della terra, ma procurano un guadagno maggiore a chi fa la fatica di scavare.
I beni di cui si compiace la massa danno un piacere inconsistente e superficiale, perché ogni gioia che viene dall’esterno manca di fondamento.
La gioia di cui ti parlo, e alla quale cerco di condurti, è invece fondata, e si genera intensamente nell’interiorità.
Ti prego, carissimo, fà la sola cosa che può farti davvero felice: calpesta, distruggi i beni esteriori e luccicanti che ti promettono o che tu speri di ottenere da altri, e aspira al vero bene e godi del tuo. Ma che cos’è questo tuo? Sei tu stesso, è la parte migliore di te».
Seneca-Lettere a Lucilio
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