Quante volte abbiamo sentito dire: "fare San Martin"? Nel senso di "traslocare"? - Per la verità usato più verso la pianura che non da noi.
Il contratto colonico dei mezzadri, si stipulava ai primi di Novembre e si rinnovava tacitamente di anno in anno in assenza di revoca da parte del padrone o della rinuncia da parte del colono.
L'11 Novembre, San Martino, era praticamente l'ultimo giorno valido per restare nel podere in caso di revoca del contratto, che una volta poteva avvenire anche per futili motivi: per un disguido, per un sospetto, per una parola in più nei confronti del padrone o del fattore.
Allora si era costretti a lasciare la casa, caricare le poche cose e i pochi attrezzi sul carro e andarsene.
Se si era fortunati, nel frattempo, di aver trovato un altro podere si poteva sperare di ricominciare, ma spesso chi veniva cacciato si faceva una cattiva nomina e non trovava facilmente, o doveva accontentarsi di terre meno fertili, isolate, quei poderi dove nessuno ci andava volentieri.
E arrivava quel mattino, all’alba, in cui si caricava il carro con i pochi mobili di casa, utensili e attrezzi e si partiva: tradizione voleva che per propiziarsi fortuna nella nuova dimora la donna non spazzasse la cenere dell’ultimo fuoco acceso nel camino la sera prima, ma l'ammucchiasse solo.
Il simbolo del fuoco e del camino era così sentito che accendere il fuoco sarebbe stato il primissimo gesto che si sarebbe compiuto appena messo piede nella nuova casa.
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