Così, navigando nel mesto mare dei ricordi, mi rammentai, d'una lontana estate, di quand'ero ancora bambino...
Stavo con la nonna paterna "nona Coca", una figura minuta, vestita di nero, vicina agli ottant'anni.
Fuori, nella valle, infuriava il tipico temporale estivo, l'aria era pesante, il caldo opprimente e all'orizzonte, sopra Luserna, nubi minacciose avanzavano velocemente, percorse al loro interno da lampi e da tuoni paurosi.
I contadini scappavano dai prati con i loro attrezzi in spalla, dopo aver raccolto il fieno in covoni, "marèi"; le mucche di Romano "Dàmari" muggivano insolitamente, perfino il gallo continuava insistentemente a cantare, correndo qua e là, e le rondini compivano gli ultimi voli radenti.
Lesta, la piccola donna frugò in una credenza, estraendo la candela "della Seriòla", benedetta il 2 febbraio (ricorrenza della Candelora) e la accese.
In contemporanea, il vecchio Campanaro tirava la corda del "campanòn", ed i suoi lugubri rintocchi si mescolavano alla preghiera supplichevole recitata da mia nonna, che stringendomi forte ripeteva:
"Santa Barbara e San Simòn, liberème da sto tòn, da sto tòn e da sta saéta, Santa Barbara benedéta!".
Dalla finestra vedevo cadere gocce di pioggia, dapprima lentamente… poi sempre più velocemente, fino a formare fra noi e il mondo circostante una barriera d’acqua.
All'improvviso un fulmine cadde fragoroso con un bagliore accecante sui prati dell'Astico, forse cento metri da noi, schiantandosi su di un vecchio albero e squarciandolo dall'apice alla base.
La tempesta invece, forse ammansita dalla voce della Sacra campana o dalla propizia giaculatoria, scivolava a destra della valle, scaricandosi completamente sulle pendici del monte Cimone verso sud.
"Questo è niente", disse sorridendomi affettuosamente nonna. "Ricordo, quando nel '15, prima che andassimo profughi a Malo, queste cose accadevano anche con il cielo sereno! Le granate, provenienti da Luserna o dal Krojer, cadevano proprio qui davanti come quel fulmine: vedi là, si notano ancora i cerchi dove l'erba cresce avvizzita e gialla, le più grosse invece, passavano esattamente sopra di noi con ruggiti e ringhi orribili, per poi scoppiare con un fragore infernale lì vicino, sul forte "Corbin" o sul forte "Ratti".
E subito riprese...: “Santa Barbara e San Simòn…”
Era l’agosto di una lontana giornata estiva.
A sx della foto: Maddalena Costa (1885) ovvero ”Nena Ciodra" nativa di Rotzo in contra' Valle ed appartenente all'antico casato dei "Gèkkele" che venne sposa in Pedescala con Giovanni Dal Pozzo (1876) “Nane Ciodro”.
A dx foto: Catterina Pretto (1878-1966) “Coca del Ton” mia nonna paterna, moglie di Gio Batta Stenghele (1875-1945) “Tisti Steca” mio nonno.
Delmo Stenghele
Sempre interessante i tuoi racconti, bravo
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