martedì 11 luglio 2023

...e la nostra felicità?


Quante volte nella vita ci siamo comportati in un certo modo pensando di fare la cosa giusta? Ma giusta per chi, poi? Quante volte abbiamo preso delle decisioni perché gli altri si aspettavano da noi una determinata scelta? Anche chi non lo ammetterà mai, sa che la risposta a queste domande è: "troppe volte". 

Troppe volte diventano un'abitudine. Diventano la regola. Siamo talmente abituati a pensare al giusto, al doveroso, al comportamento socialmente meglio visto o accettato dalle persone che ci circondano, che non ci domandiamo più cosa vogliamo davvero. Cosa ci rende felici. Una domanda assurdamente secondaria, dimenticata, messa a tacere mentre dovrebbe essere LA domanda, quella su cui si regge interamente il nostro mondo interiore. Cosa mi rende felice? Cosa è meglio per me? 

Non ce lo chiediamo più. 

La verità è che abbiamo paura. Dei giudizi degli altri, delle cose cattive che verranno dette, di chi non ci capirà, di chi non saprà accogliere quello che di vero c'è in noi, di chi si sentirà nella posizione per puntare il dito, di chi si sentirà riuscito, senza colpe, senza sbavature. Di chi avrà il coraggio barbaro di sentirsi migliore di noi.

Abbiamo paura pure di guardare dentro il nostro cuore, perché la risposta più vera potrebbe essere quella più problematica. Quella più difficile. 

Ma mi chiedo, senza nessuna ragione, perché gli altri devono essere necessariamente più importanti di noi? Perché persino la felicità degli altri diventa più importante della nostra? Come facciamo a preoccuparci della felicità degli altri se non facciamo nulla per costruire la nostra?

Non si può, non si deve accantonare l'esigenza di essere felici. 


Laura Messina-web



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