Giovan Battista Zampironi, il farmacista di Mestre che inventò lo zampirone.
Quasi 160 anni fa riuscì a capire che la polvere di piretro teneva lontane le zanzare. E così ne fece un business.
di Marta Artico
20 Luglio 2023
il Mattino di Padova
Giovan Battista Zampironi con la popolarissima invenzione che porta il suo nome
Si firmava Gio Batta, forse perché suonava bene, ed ebbe una grande intuizione, quella di inventarsi il più antico rimedio contro gli insetti più odiosi, quelli che vengono associati al fastidioso suono in grado di togliere il sonno e che emettono per pungere gli umani: le zanzare.
Gio Batta per esteso sta per Giovanni Battista Zampironi, classe 1836, dapprima farmacista a Venezia e successivamente industriale oltre il ponte, creativo, laureato all’ateneo patavino che nel 1862, quando di anni ne aveva solo 26, aprì un laboratorio farmaceutico a Mestre per la produzione della Zampirina, cioè la polvere di piretro e del “piroconofobo”, poi denominato “fidibus insettifugo”. Stiamo parlando del famosissimo cono scaccia zanzare formato da un impasto di polvere di piretro, gomma adragante, nitrato di potassio, radice di altea e molto altro, che tiene lontane le zanzare.
Tutti associano la spirale verde che ha un odore sgradevole per alcuni, piacevole per altri, allo zampirone. Ma pochissimi sanno che il suo inventore è un venezian-mestrino cui è intitolata una strada della terraferma, Zampironi in persona. Il laboratorio farmaceutico fu aperto assieme alle note famiglie Ponci, Paolini Villani, Matter, quando l’industria della chimica di Porto Marghera era di là da venire.
Il geniale inventore dello zampirone anti zanzara è morto nel 1906 a Spinea, nella villa che ancora oggi porta il suo nome, ma è entrato a pieno titolo nella toponomastica urbana. Il suo nome, Giovanni Battista Zampironi è immortalato nella targa stradale della rotonda di via Circonvallazione, all’altezza del parcheggio di Santa Maria dei Battuti, inaugurata una decina di anni fa. A questo punto verrebbe da dire “toponomastica questa sconosciuta”, perché se è vero che dei “nizioleti” veneziani si conosce tutto, spesso a Mestre si attraversano incroci e si scorgono cartelli di strade che portano nomi di persone, nostri concittadini, dei quali la generazione “Z” sa poco o nulla. Troppo giovani per essere studiati, troppo “locali” per entrare nei libri di storia, troppo antichi perché i nonni li ricordino. Vedi alla voce Luigi Broglio, Pietro e Maria Berna, Ugo Vallenari, Elisabetta Caminer. Servirebbe un corso apposito che tramandi il patrimonio culturale da riscoprire.
A svelare la targa di Zampironi, nel 2012, fu l’allora sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, accompagnato dal presidente del Centro studi storici di Mestre, Roberto Stevanato, e dal responsabile del gruppo di lavoro Zampironi, Massimo Orlandini, che al farmacista dedicò un libro monografico e anche una mostra.
L’abilità del mestrino Zampironi, laureato in Chimica farmaceutica, fu quella di trasformare l’intuizione di laboratorio in un caso di marketing, esportandolo in tutta Europa e brevettandolo, costruendo attorno alla sua idea anche un progetto pubblicitario e, successivamente, utilizzandolo anche contro l’anofele, portatrice della malaria. Tanto da essere riconosciuto, anni addietro, quale “pioniere nell’industria chimica e del marketing globale”.
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