Avete mai sentito queste parole «cogito ergo sum»? Penso, dunque sono. È Cartesio a pronunciarle. Ma cosa significano? Che per «essere», per sentirvi vivi, per non essere le marionette di questo o di quel padrone, di questo o di quel sistema, dovete pensare. Dovete imparare a pensare.
Pensare con la vostra testa è l’unico modo per essere liberi.
Quando leggiamo un giornale, ascoltiamo una trasmissione, e ripetiamo a pappagallo ciò che abbiamo letto, sentito, ascoltato: non stiamo ragionando. Ci limitiamo a fare da cassa di risonanza per i pensieri e le parole pensate da altri cervelli. Prendiamo in prestito i loro cervelli, e diventiamo superflui. Non necessari. E lo stesso accade quando deleghiamo ad internet il compito di pensare per noi.
Ricordate come una volta si facevano le ricerche con le enciclopedie? Oggi invece basta un click. Qualsiasi cosa cerchi, puoi trovarla su Google. Vuoi sapere in che anno è stata combattuta una certa battaglia? Come si chiama l‘uomo che ha dipinto la ronda dei carcerati? Ma non vi servirà a niente sapere che un tizio di nome Van Gogh ha dipinto la ronda dei carcerati e non vi servirà a niente sapere che la rivoluzione francese è avvenuta nel 1789, se vi limitate ad assimilare in modo passivo queste informazioni.
Qualcuno obietterà: ma grazie a internet è tutto più semplice, facile, immediato. Sì, è vero, le macchine vi hanno tolto la fatica, ma se non state attenti vi toglieranno anche qualcos’altro: vi toglieranno a voi stessi. Non è il lavoro che rischia di sparire grazie alla rivoluzione digitale, ma l’uomo! Ecco cosa vi auguro oggi: fatevi una domanda, una domanda qualsiasi, prendete in mano una vecchia enciclopedia, e cercate da voi la risposta e proverete la soddisfazione di aver scoperto qualcosa soltanto con le vostre forze. Non guardate la televisione, non ascoltate i notiziari, non leggete i giornali, leggetevi un buon libro semmai! Ma soprattutto ritagliatevi un momento durante la giornata per fare la cosa più rivoluzionaria di tutte in quest’epoca: pensare!
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